Rimini. Apprendistato, assunti mille studenti. Nadia Rossi: “Lavoro estivo sicuro e tutelato”

Quasi mille giovani assunti a giugno con il contratto di apprendistato stagionale. Numeri, quelli nella sola provincia di Rimini, che fanno cantare vittoria a quanti si sono battuti per lo sdoganamento della suddetta formula lavorativa. In primis la consigliera regionale Nadia Rossi. «Un grande risultato per i giovani - commenta -. I dati dimostrano che l’apprendistato è uno strumento fondamentale per l’accesso al lavoro estivo, sicuro e tutelato». Attenzione, però, a considerarlo la soluzione ad una problematica ormai trasversale in qualunque settore: la scarsità di personale. «Un tema che si affronta solo attraverso politiche integrate - precisa Rossi -. I giovani che fanno la stagione non possono sopperire ad una carenza che è strutturale in tutta Italia».
Dove eravamo rimasti
Facciamo un passo indietro. Due mesi fa, dopo una lunga battaglia condotta congiuntamente da Regione, sindacati e famiglie, Ministero e Ispettorato del lavoro davano il via libera al contratto di apprendistato in settori lavorativi diversi rispetto all’ambito di studio del giovane. Tradotto: nessun veto ad uno studente del liceo classico che avesse voluto fare la stagione in un balneare. Prima della precisazione interpretativa di Ministero e Inl, come spesso accade quando c’è di mezzo una categoria particolarmente delicata come i minorenni, la reticenza degli imprenditori la faceva da padrona. Ragazze e ragazzi, spiega Rossi, venivano privati di uno strumento utile e sicuro per avvicinarsi al mondo del lavoro nella pausa estiva dalle attività didattiche.
Dove siamo
A testimonianza di quanto abbia inciso la nota fatta pervenire da Ministero e Inl intervengono i numeri. «Solo a giugno 2024, in provincia di Rimini, sono stati registrati 945 contratti - annuncia la consigliera dem -. Giovani che “fanno la stagione” in un territorio in cui il turismo rappresenta una fetta rilevante del pil».
Guai, insomma, ad insinuare che i minorenni preferiscono godersi le vacanze, piuttosto che imparare “gioie e dolori” di mestieri che, in riviera, servono come il pane. E anche se per molti degli interessati non sarà quello il futuro da scrivere, puntualizza Rossi, è solamente così che «si offre loro la possibilità di entrare a contatto con professioni che, in altro modo, non conoscerebbero». Non sono i giovani, però, la risposta di cui interi comparti lavorativi necessitano per risolvere la questione “carenza di personale”. «Per quello - precisa la consigliera - servono politiche nazionali, regionali e locali integrate. Anche perché non esiste settore che non accusi la problematica».
Quanto agli imprenditori ancora spaventati dai vincoli imposti dall’apprendistato giovanile - limiti orari, impossibilità di somministrare alcolici e due giorni di riposo, solo per citarne alcuni -, la ricetta, secondo Rossi, sta tutta nel rimodulare l’impianto lavorativo. «Se per utilizzare questa forza lavoro nel rispetto delle norme c’è bisogno di ripensare orari e servizi, credo che valga la pena farlo - sottolinea -. Testare modalità di lavoro diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati può essere un vantaggio». Del resto, conclude, i giovani sono «il più bel volto con cui la riviera possa sperare di promuoversi».