Rimini. Adolescenza, convegno al Palas. L’esperto: “I giovani si aprono con l’AI che non li giudica e non con genitori e insegnanti”

Rimini
  • 28 novembre 2025

«I giovani preferiscono chiedere aiuto all’Intelligenza artificiale anziché farlo con genitori oppure con gli insegnanti».

Stasera alle 21, al Palazzo del Turismo di Rimini, verrà presentato il corso “Il fuoco dentro. Adolescenti e vita emotiva”, un percorso in cinque incontri online tra gennaio e febbraio 2026 rivolto a tutti coloro che desiderano interrogarsi (e formarsi) per comprendere le nuove generazioni. L’iniziativa nasce nell’ambito del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo, che indaga il vissuto emotivo degli adolescenti italiani e la loro crescente difficoltà a muoversi in una società percepita come fortemente performativa.

Tra i relatori sarà presente Adriano Ellena, docente di psicologia sociale dell’Università Cattolica, che anticipa come il cuore dell’incontro sarà la comprensione reale delle emozioni e dei bisogni dei più giovani.

Lo squilibrio

Ellena osserva che «molti adolescenti tendono all’isolamento o trasformano la frustrazione in rabbia, mentre i risultati della ricerca indicano un’empatia molto “prossimale”: i giovani provano vicinanza emotiva solo verso chi percepiscono davvero vicino, ma mantengono una forte distanza e diffidenza verso l’esterno». Questo squilibrio tra forte interiorità emotiva e fragilità relazionale sarà uno dei temi centrali della serata. Il corso, aggiunge Ellena, intende anche «aiutare gli adulti a distinguere tra ciò che è stereotipo e ciò che è realtà, superando l’idea della cosiddetta “Generazione Cristallo”».

I temi di attualità

Secondo il docente, non si dovrebbe attribuire ai giovani un’eccessiva fragilità senza interrogarsi su un altro aspetto: se siano loro ad avere troppe emozioni o se, al contrario, siano gli adulti ad aver perso capacità di ascolto, presenza e connessione autentica. Tra i temi più attuali ci sarà anche il rapporto con l’intelligenza artificiale, sempre più usata dagli adolescenti in momenti di vulnerabilità. «Molti ragazzi - afferma Ellena - preferiscono aprirsi con l’intelligenza artificiale piuttosto che con i genitori o gli insegnanti, non perché cerchino risposte perfette, ma perché non si sentono giudicati. Non dobbiamo demonizzare l’AI: dobbiamo chiederci se quei ragazzi abbiano avuto adulti davvero disponibili all’ascolto o solo sguardi valutativi. L’AI non è il problema: è il segnale che dobbiamo ripensare il nostro modo di stare accanto ai giovani». La serata si propone così di «inaugurare un percorso di ascolto reciproco, capace di restituire ai giovani uno spazio autentico di parola». Un primo passo, ricorda Ellena, «per imparare a stare accanto agli adolescenti con meno giudizio e più presenza».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui