Rimini. Addio a Nando Guidi allenatore “mitico” della Sanges 1941

Rimini
  • 09 gennaio 2025

Ha chiuso gli occhi per sempre uno dei “maestri” del calcio riminese. Questa volta, a dire addio a pallone e tribune è stato Nando Guidi, 92 anni, storico dirigente e allenatore della Polisportiva Sanges 1941, oltre che noto commerciante del centro storico, dove, in via Angherà, gestiva un negozio di borse. Ieri l’addio nella sala di cremazione, gremita da familiari e amici. Guidi se n’è andato domenica, lasciando la moglie, tre figlie, nipoti e pronipoti.

A ricordarlo con affetto e malinconia, facendo riemergere i ricordi rimasti scolpiti nelle loro memorie, sono “gli ex ragazzi degli anni ‘70”, che avevano avuto Nando («bastava dire Nando e tutti capivano di chi stavamo parlando») come allenatore. «Sei stato una persona veramente speciale, uno che dagli inizi anni ‘70 e per quasi un decennio ha fatto l’allenatore, un termine riduttivo se parliamo di te visto che tu in casa Sanges hai fatto di tutto, dal taglio dell’erba al lavaggio delle maglie». «Eri un apparente burbero ma con un cuore immenso, uno che, dopo averle plasmate di se stesso, sapevi di mandare in campo ottime squadre di calcio. Quello che non sapevi, o forse solo tu lo sapevi, era la tua grande forza di ispirarci e di spingerci oltre e sei riuscito a farlo in un modo unico e speciale». L’eredità lasciata da Guidi non è infatti solo quella calcistica, ma soprattutto quella fatta dai robusti legami di amicizia sopravvissuti allo scorrere di oltre 50 anni. «Sapevamo di giocare in una squadra forte - dicono - ma allora non potevamo sapere che anche dopo 50 anni saremmo stati ancora più forti in un campo migliore, quello della vita, con amicizie che vivono ancora oggi fortissime fra quegli allora 18enni. Oggi i tuoi ex ragazzi sono tutti qui a salutarti, perché tutti hanno capito il valore umano di quella squadra che avevi costruito». E se fisicamente Nando non c’è più, non svanirà mai il suo ricordo. «Nessuno muore finché vive nel cuore e nella mente di chi rimane - sottolineano gli amici - i tuoi nipoti e pronipoti siano orgogliosi di averti avuto come nonno e bisnonno». «Caro Nando - concludono quelli che si firmano “i tuoi ragazzi della Sanges -, sappi che sarai costretto tuo malgrado, a rimanere ancora per tanti decenni nella mente e nel cuore di molte persone, un ricordo che ti sei meritato perché hai seminato su dei ragazzi che anche grazie a te sono sicuramente diventati uomini migliori».

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