Rimini. Accusato di furto e licenziato, dipendente di Metro Italia reintegrato dal giudice

Dopo 16 anni alle dipendenze di Metro Italia spa senza mai un richiamo disciplinare o una segnalazione, a inizio marzo era stato licenziato in tronco con un’accusa gravissima, quella di aver sostanzialmente creato un “caveau” segreto con bottiglie sottratte all’azienda, ma per il giudice del lavoro Lucio Ardigò mancano motivazioni valide per giustificare il provvedimento dell’azienda e così il tribunale ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato dell’uomo, Paolo Lombardini, disponendo il reintegro nel posto di lavoro precedentemente occupato. Metro Italia dovrà inoltre versare al dipendente, a titolo di risarcimento del danno, un’indennità pari alla retribuzione non corrisposta dal giorno del licenziamento a quello del reintegro effettivo, oltre ai contributi previdenziali e assistenziali, per una cifra complessiva che si stima aggirarsi intorno ai 30mila euro.
Il lavoratore, che ha sempre negato di avere tentato i furti a lui attribuiti dall’azienda, lamentando inoltre l’impossibilità di accedere agli atti inerenti la procedura disciplinare, aveva vissuto il licenziamento improvviso come un evento traumatico. L’episodio, spiega l’avvocato Lombardini, «ha avuto un impatto devastante sul suo equilibrio psicologico e sulle sue relazioni personali, portandolo a vivere in un clima di ansia, isolamento sociale e perdita di autostima. Il danno arrecato alla sua vita privata è evidente - prosegue il legale - considerando che il provvedimento ha generato sentimenti di sfiducia e imbarazzo anche tra familiari, amici e conoscenti». Ragioni per le quali l’avvocato Lombardini ha già deciso di scrivere direttamente a Metro Italia per chiedere «un risarcimento congruo e proporzionato per i danni subiti, inclusi i danni morali, relazionali e materiali». Il legale vuole stabilire «un contatto urgente» con l’azienda per «avviare un dialogo risolutivo»: se questo non avverrà a breve, si riserva di avviare una nuova azione legale con tanto di perizie ad hoc per quantificare i danni patiti dal suo assistito.
Una vicenda che si inscrive in un contesto già travagliato per il negozio riminese di Metro Italia, la cui chiusura è stata annunciata per il prossimo 31 dicembre, con il conseguente rischio di perdere il posto di lavoro per i suoi 40 dipendenti. Su questo fronte le organizzazioni sindacali si sono già mobilitate, coinvolgendo anche uno studio legale attivo in materia a livello nazionale.