Rimini: «Abbiamo scommesso sulla piadina per rilanciare il parco Pruccoli»

«Una scommessa, quella di aprire lontani dal centro. E anche di ridare vita al parco Pruccoli. Ma ce la metteremo tutta». Chi parla è Piro Ballesha, 31enne di origine albanese. Insieme alla sua famiglia ha da poco preso in gestione il locale situato agli antipodi del lungomare, nella distesa verde di via Maceri. Chiuso dal 2022, prima ospitava il ristorante “Dal Romagnolo”. Ora, a colpi di piadine e cassoni sfornati dalle sapienti mani di mamma Merita - colei che con un gioco di parole dà il nome al ristorante - si è trasformato ne “La piada che merita”. Le premesse, dopo l’inaugurazione da tutto esaurito del 12 giugno, sono quelle di un’attività che vuole avere vita lunga.
Ballesha, chi c’è dietro il bancone de “La piada che merita”?
«Ci siamo io, mio fratello Joan, mia sorella Elisa e mamma Merita. Papà, che si trasferì a Rimini nel 2000, ha sempre svolto un altro lavoro. Noi lo raggiungemmo nel 2003. È mamma la vera esperta di famiglia. Ha lavorato per quindici anni alla piadineria “Fontanelle” alla Grotta Rossa. Poi, quattro anni fa, ha deciso di aprire qualcosa di suo. Così è iniziata la storia de “La piada che merita”».
Dove si trovava prima il locale?
«In via Flaminia Conca. Lavoravamo solamente tramite asporto e consegne a domicilio. Di recente siamo venuti a sapere che il gestore del parco Pruccoli cercava un nuovo affittuario, così ci siamo lanciati nell’impresa. Abbiamo circa 80 tavoli, tra esterno ed interno, oltre ad un’immensa distesa verde con giochi per bambini e gonfiabili. Ci si può fare qualunque cosa. In futuro prevediamo di prendere accordi per tenere eventi musicali».
Come va con il personale?
«Per ora siamo in cinque, anche se la gestione è prettamente familiare. Stiamo facendo colloqui ma facciamo fatica a trovare. La zona, non essendo centrale, è difficilmente raggiungibile per i giovani che non hanno la patente. Per molti altri, invece, lo scoglio è l’orario. Lavorare dalle 18 alle 23 sembra essere un problema. Stando a quanto ci dicono i nostri colleghi della ristorazione, la situazione è così ovunque. Abbiamo bisogno di almeno tre persone in più, ma sono certo che le troveremo».
Come stanno andando questi primi giorni? Cosa prevede il menu?
«Meglio del previsto, molti dei clienti che prima effettuavano l’asporto ci hanno seguiti. All’inaugurazione abbiamo avuto il pienone, un riscontro inaspettato. Per ora serviamo taglieri per l’aperitivo, piade e cassoni. L’idea, una volta potenziato l’organico, sarebbe di ampliare il menù, dato che intendiamo rimanere aperti da marzo fino ad ottobre, e anche di sfruttare al meglio un luogo come il parco Pruccoli, che ci consentirebbe di organizzare iniziative di vario genere».
Una curiosità: qual è la piada che i vostri clienti devono per forza assaggiare?
«Quella con i gratinati, senza dubbio. Pomodori e melanzane gratinate, a cui eventualmente aggiungere altri condimenti. Mia mamma è famosa per i suoi gratinati. È la piada che vendiamo di più, quella che “merita” davvero».