Rimini. A processo per maltrattamenti, ma il tribunale civile gli affida i due figli minori

Rimini

Nove anni di reclusione, questa è stata la richiesta del pubblico ministero, Annadomenica Gallucci, al termine di una pesantissima requisitoria nei confronti di un uomo di 36 anni, di origine argentina, a processo davanti al tribunale collegiale di Rimini per maltrattamenti in famiglia. Eppure il tribunale gli ha affidato i figli.

La vicenda

Una richiesta di condanna sulla quale ha pesato una contestazione di reato formulata giovedì nell’ultima udienza dal pm che ha inserito tra i capi di imputazione anche l’accusa di violenza sessuale. Il 36enne, imprenditore nel settore della ristorazione, difeso dall’avvocata Leanne Arceci, nel 2023 era stato arrestato dopo la denuncia della compagna, 40enne colombiana, madre dei suoi due bambini. Secondo la parte offesa, il ristoratore avrebbe in più occasioni insultato la donna con frasi denigratorie e almeno in un’occasione l’avrebbe aggredita fisicamente. Quell’unica pesantissima aggressione aveva portato la donna a ricorrere alle cure mediche per un trauma cranico. La 40enne aveva raccontato di essere stata strattonata e gettata a terra dal compagno che avrebbe anche tentato di strangolarla con il filo di un estintore. Diversa la ricostruzione resa dall’imputato che ha raccontato invece di essere stato aggredito dalla compagna armata di un coltello e lui, insomma, si sarebbe solo difeso. Secondo quanto poi ricostruito dall’indagine della Procura della Repubblica di Rimini, i litigi fra i coniugi erano piuttosto frequenti, soprattutto al termine dei turni di lavoro al ristorante che all’epoca gestivano. L’episodio più grave nel marzo del 2023, quando appunto l’uomo avrebbe picchiato la donna usando un estintore preso dal locale. Il capo di imputazione parla anche di violenze verbali alle quali spesso erano costretti ad assistere i due figli minorenni. Infine secondo la pubblica accusa la donna nel corso del matrimonio sarebbe anche stata costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà, da qui la nuova contestazione di reato e la richiesta di condanna nove anni. Molto diversa la posizione della difesa: l’avvocata Arceci ha chiesto l’assoluzione per l’imprenditore che al momento, fra l’altro, si occupa in maniera esclusiva dei due figli visto che il tribunale civile li ha affidati al padre. Una scelta del giudice di famiglia dettata anche dal fatto che la donna si sarebbe completamente disinteressata dei due minori non versando nulla all’ex coniuge in qualità di mantenimento per i figli. L’udienza è stata quindi rinviata al 30 gennaio per eventuali repliche e sentenza.

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