Rimini. A caccia di personale, Indino (Confcommercio): “Turismo, i minorenni non sono sfruttati”

Rimini

La gavetta a 16 anni? Macché sfruttamento, così si diventa imprenditori». Torna sulla circolare del 7 agosto 2023 che declina il contratto di apprendistato in base alla formazione scolastica il presidente di Confcommercio Rimini, Gianni Indino. Con l’occasione fa il punto sulla carenza di personale a un passo dalla stagione.

Indino, a che punto sono le assunzioni di dipendenti in Riviera?

«Un segnale positivo c’è, in quanto la carenza di personale non è così marcata come lo scorso anno. Segno evidente che dei miglioramenti si sono registrati e che qualcosa sta cambiando. Quello che invece non cambia è la disponibilità dei giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro. In sostanza non tengono conto delle esigenze dell’imprenditore ma solo delle proprie e senza tentare una mediazione».

Perché?

«Negli ultimi tempi il lavoro non viene inteso più come il lasciapassare per una vita indipendente. Oggi le priorità sono altre: dal weekend libero al calcetto, così si cerca un lavoro che calzi a pennello come un abito di sartoria. Domina l’hic et nunc (qui e ora, ndr), lo confermano anche i dati sulla denatalità».

Molti lamentano compensi insufficienti.

«Un’accusa che non corrisponde al vero. Gli imprenditori virtuosi sono la maggioranza e dagli altri prendiamo le distanze. Un’attività, ricordiamocelo, funziona solo se coccola il personale e fornisce lo spazio per crescere».

Cosa ne pensa della recente circolare sull’apprendistato?

«Qualcuno mi deve spiegare perché un allievo del liceo scientifico non possa fare il cameriere. Conteremmo su migliaia di giovani pronti a rimboccarsi le maniche, se si svincolasse l’esperienza professionale dall’indirizzo scolastico seguito. Fortuna che la consigliera regionale Pd, Nadia Rossi, si batte perché questa legge venga riveduta e corretta nonostante l’ostracismo dei sindacati che auspicano altre forme di assunzione. Sbagliata anche la legge che non consente a un ragazzo sotto i 16 anni “di manipolare l’alcol”. Oltre al danno la beffa perché negli hotel non si tratta di preparare elaborati cocktail ma di portare a fine cena un caffè corretto ai clienti. In buona sostanza bisogna che il cervello faccia pace con la lingua sennò resteremo al palo. Serve una soluzione celere seduti allo stesso tavolo assieme ai sindacati e al governo che dovrà legiferare in materia. Intanto non mancano altri nodi da sciogliere».

Per esempio?

«Non mancano i lavoratori di altre regioni che verrebbero volentieri in Riviera, a mancare sono gli alloggi per ospitarli. E se ci fossero appartamenti a disposizione, tanti imprenditori sarebbero pronti a garantire anche l’ospitalità. Vero è che l’amministrazione si sta muovendo sebbene, a mio avviso, lentamente, per stilare un piano regolatore e mettere a terra idee, come ad esempio riqualificare colonie o hotel in disuso o fuori mercato. Nell’attesa del punto fermo, una soluzione tampone si troverebbe se ai 16enni, che vivono ancora con i genitori e quindi non hanno problemi di un tetto sulla testa, fosse concesso di lavorare».

Come favorire il ritorno dei giovani al lavoro?

«Bisogna recuperare il valore della trasmissione di conoscenze. Lavorare significa acquisire un bagaglio per tutta la vita in un’esperienza che si chiama formazione. Per offrire un servizio al meglio, il titolare di un’attività insegna le basi del mestiere mettendo a disposizione il sapere raccolto in una vita. Ma c’è dell’altro. In senso lato affacciarsi al lavoro da giovani significa impararne il senso etico. In breve fare rinunce equivale a realizzare un progetto di vita guardandosi attorno. Sempre più spesso i figli di bagnini e albergatori decidono di non continuare l’attività di famiglia. Morale? In tanti si troveranno proprietari del locale di chi li ha formati come apprendisti. Inalterato, infine, un insegnamento di vita che va oltre la semplice stagione. Non sempre abbiamo voglia di sorridere ma siamo romagnoli e lo facciamo, perché il nostro impegno consenta al cliente di vivere esperienze indimenticabili».

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