Riccione. Gli albergatori: “E’ ora di aggiornare prodotti e servizi”

Rimini

L’estate 2025 non fa crollare Riccione, ma la mette davanti allo specchio. I mesi chiave non bastano a salvare i conti e l’hotellerie perde trazione, mentre l’extralberghiero corre, anche per l’effetto del CIN (Codice identificativo nazionale degli alloggi turistici, che rende più tracciabili le presenze) in vigore da gennaio 2025. Claudio Montanari, presidente di Federalberghi Riccione, parla di “anno zero della consapevolezza”: basta alibi, serve un patto su prodotto e governance.

L’Osservatorio “L. Montanari”, 26ª edizione con il CAST dell’Università di Bologna, presentato ieri, si basa su 134 questionari trasversali per zone e categorie. Il sentiment è di tenuta: “sufficiente” 44%, “discreta” 29%, negative circa 21%. Rispetto al 2024 il quadro risulta piatto o in lieve peggioramento. Nei mesi che contano, giugno è sotto le attese: in albergo luglio scende intorno a -7% e agosto non rimette in pari (circa -3,3%). La domanda resta prevalentemente italiana (quattro presenze su cinque), gli esteri non decollano e la permanenza media si accorcia. Risultato: pochi ricavi in crescita, utili stabili o in calo.

Fuori dagli hotel, l’extralberghiero cresce in doppia cifra sul totale annuo (+10,2% pernottamenti). Pesano i nuovi comportamenti di viaggi, soggiorni più brevi e modulari, e il CIN che porta a galla flussi prima dispersi. Montanari evita la contrapposizione: «Non è una guerra tra forme ricettive. È una sfida di prodotto: dobbiamo aggiornare format e servizi per l’ospite dei prossimi vent’anni».

Metà del campione, prevede riqualificazioni nel 2026 con ticket medi sotto i 150mila euro; spese di promozione e commissioni si concentrano nelle fasce 0-25mila. Sugli impatti, gli eventi sportivi e i grandi appuntamenti culturali risultano più spesso positivi, mentre la mucillagine 2024 è ricordata come fattore negativo.

Sul digitale, il quadro è disomogeneo: «Non siamo contro le OTA (agenzie di intermediazione online come Booking o Expedia): vogliamo un rapporto più equilibrato, che si ottiene con più competenze in casa», spiega. Capitolo lavoro: il reperimento di personale appare un po’ meno difficile del 2024, ma sull’impiego di minori prevale prudenza per norme e responsabilità.

Da qui le proposte, con responsabilità condivisa. Investimenti “trasformativi”, non semplice manutenzione. Camere e spazi comuni ripensati per target differenti, benessere e family con contenuti reali, servizi anche fuori stagione, più esperienza e qualità percepita. Inoltre una governance che faccia atterrare i progetti. «Serve una DMO reale e operativa (Destination Management Organization), tempi autorizzativi compatibili coi piani d’impresa e una promozione coordinata». E in più usare la tassa di soggiorno come “moltiplicatore”, «cofinanziando riqualificazioni e sostegni al prodotto, non per tappare buchi».

Le priorità indicate dagli operatori disegnano un’agenda sintetica e misurabile: spa cittadina, area porto viva tutto l’anno, alloggi per i dipendenti, arena per grandi eventi, parcheggi decentrati con collegamenti rapidi e più verde attrezzato. La politica entra in scena come partner, non come imputato. «Ognuno il suo: gli imprenditori investono per cambiare davvero il prodotto; l’amministrazione crea le condizioni con regole chiare e tempi certi. È una sveglia gentile, non un processo», chiude Montanari.

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