Riccione. Accusato di lesioni da una donna, commercialista assolto dopo sei anni di calvario

Rimini
  • 01 dicembre 2023

Denuncia il commercialista dicendo di essere stata spintonata fuori dalla porta dello studio, talmente violentemente da cadere a terra e sbattere la testa, facendosi male e riportando un trauma cranico. Il professionista, però, ha sempre negato tutto, sostenendo di non averla toccata e affermando con convinzione che le parole della donna erano tutte fandonie, che si era buttata a terra da sola e che quella “sceneggiata” non era altro che una ripicca alle sue richieste di pagargli la parcella.

È durato sei anni il calvario giudiziario di un celebre commercialista di Riccione. È iniziato nell’aprile 2017 con la querela da parte della donna, allora 76enne, madre di un cliente del suo studio che aveva accumulato un debito di 150mila euro, ed è terminato lo scorso 15 novembre con l’assoluzione per non aver commesso il fatto, come sentenziato dal giudice di pace del tribunale di Rimini. Il magistrato Federico Tocco ha infatti “lavato via” l’accusa di lesioni personali avanzata nei confronti del libero professionista, all’epoca del fatto 69enne, difeso dall’avvocato Stefano Caroli.

La storia

Nella primavera di sei anni fa la donna, accompagnata da un’amica, si era presentata allo studio commercialistico intenzionata a parlare con il professionista per discutere dei debiti che il figlio aveva accumulato: circa 150mila euro per prestazioni eseguite negli ultimi periodi. Alle ostinate richieste della donna di incontrare il patron dello studio era stato opposto un deciso no: “Non ha preso appuntamento”. La 76enne però non si è persa d’animo, iniziando a urlare e a tentare in tutti i modi di raggiungere la scrivania del professionista. Forse, rendendosi conto di non riuscire a raggiungere l’obiettivo, la donna si sarebbe quindi (come sostenuto dalla difesa) lasciata cadere a terra, battendo anche la testa. Dopo la caduta è stato richiesto l’intervento di carabinieri e ambulanza. La donna è stata quindi portata al Pronto soccorso, dove ha ricevuto una prognosi di sette giorni per trauma cranico.

Prima del fatto da cui è scaturita la querelle giudiziaria, il figlio della 76enne aveva inoltre denunciato il commercialista perché si rifiutava di consegnare alcuni documenti. Denuncia archiviata dalla Procura.

Le contraddizioni

A smontare le versione della donna, e quindi le accuse verso il professionista, sono state le numerose contraddizioni emerse a processo. Tra le principali, il fatto che lei avesse dichiarato di essere caduta e di aver perso coscienza, risvegliandosi in ospedale senza sapere nemmeno perché si trovasse lì. È risultato, però, che ai sanitari la donna aveva raccontato la vicenda del diverbio e anche della spinta ricevuta dal commercialista. L’amica che era con lei, inoltre, sarebbe caduta in pesanti contraddizioni, tanto da spingere il giudice a ritenere che il commercialista non avesse affatto spinto la 76enne, e dunque che non potesse essere responsabile per le lesioni riportate. L’avvocato Caroli aveva anche chiesto la condanna della querelante alle spese processuali, che il giudice non ha però accordato.

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