Le restauratrici all'opera per ripulire l'Arco d'Augusto

Rimini

Tutti si fermano, danno un’occhiata allo sfregio e masticano amaro. «Io farei pulire quelle scritte con la lingua a chi le ha fatte» commenta ad esempio agguerrita una signora a passeggio. «Tanto li prenderanno» fa eco l’amica con il carrello della spesa. Da mercoledì mattina, da quando Rimini si è svegliata con il suo monumento simbolo imbrattato sui due lati dai soliti idioti, sotto l’Arco d’Augusto è un pellegrinaggio continuo. Appassionati d’arte, amanti del bello, ma anche semplici cittadini fanno capannello tutto il giorno e c’è chi come il patron del Coconuts Lucio Paesani è arrivato a proporre su Facebook una ricompensa di 1000 euro a chi fornisce informazioni utili a individuare i responsabili. Una sorta di wanted da vecchio west insomma.
Loro, Rossana Allegri e Simona Curreri, da un paio di giorni da lì non si sono invece mai mosse. Sono le due restauratrici specializzate che per conto di ‘Adarte’ stanno occupandosi di ripulire quelle scritte vergognose dopo l’incarico lampo di Palazzo Garampi. «Siete volontarie?». «Ho visto ieri ed è un gran dispiacere. Va via?». «Ci vuole olio di gomito eh?» si rivolgono loro i passanti e loro non negano una risposta a nessuno pur lavorando senza sosta. E si concedono anche a un punto della situazione.
L’operazione di cancellazione come sta procedendo? E quanto ci vorrà ancora?
«Almeno questa intera giornata, sempre se saranno sufficienti i solventi, altrimenti l’ultima possibilità sarà il laser. Per il momento stiamo applicando l’Eco G7, un rimotore che sta alleggerendo le scritte. Ma occorrono tempo e pazienza. Va infatti posato, fatto “lavorare” e rimosso. Più e più volte. Il marmo è infatti poroso e la vernice è entrata dentro: il grosso lo abbiamo tolto mercoledì, perché sbrodolava e si sarebbe rischiato molto, ora procediamo più certosinamente».
Quanto può costare un intervento così?
«E’ difficile dirlo con precisione, dipende dal tempo e dal lavoro. Se si dovesse ad esempio utilizzare il laser il costo lieviterebbe perché solo l’affitto è sui mille euro, servono un operatore, i permessi per transennare l’area…».
Su quanti monumenti intervenite all’anno?
«Questa estate ne abbiamo fatto diversi, a partire da Porta Galliana: li è stato pagato dagli stessi ultras e fu un’azione positiva ed educativa. Bisognerebbe fare progetti ad hoc per educare la gente al rispetto, non si può andare avanti a spazzolare… Ci siamo occupate poi di diversi palazzi comunali e di qualche interventino alla Gambalunga. Vedere queste cose fa venire i nervi, è stupido è veramente da ignoranti non rispettare la storia: la processione di gente che passa e chiede è invece una bella cosa, segno che la gran parte della popolazione ama i suoi simboli».
Gli investigatori della Digos, nel frattempo, sono al lavoro per individuare il responsabile dell’imbrattamento: l’assenza di telecamere di sorveglianza da parte del Comune non aiuta la polizia che però sta già seguendo una pista “politica”.

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