Reddito di cittadinanza, Rimini vara i Progetti utili per collettività

Rimini

RIMINI. A Rimini solo il 5,9% della popolazione inattiva sul lavoro usufruisce del reddito di cittadinanza. A Ravenna il 5,08%, a Forlì il 4,44% e a Cesena appena il 3,08%. E’ quanto emerge dai calcoli del Sole24Ore basati sui dati relativi a livello provinciale di domande accettate sul totale della popolazione che fino ai 64 anni, non ha presentato la dichiarazione dei redditi nel 2018.

Dal 6,4% di Gemmano all’1,215% di Talamello
“I dati medi della provincia di Rimini - si legge in una nota del Comune - sono in linea con quelli regionali e di altre regioni del nord est. Se Gemmano, con il 6,4% si pone al primo posto, tra le città più grandi sono solo il capoluogo, Rimini (con il 5,9%) e Cattolica (5,1%) a posizionarsi sopra il 5%. Le medie più basse sono quelle dei comuni della Valmarecchia (che occupano le ultime cinque posizioni, con picchi negativi di Poggio-Torriana -1,8% e Talamello -1,2%)”.

Rimini vara i Progetti utili per la collettività
E a Rimini l’Amministrazione è pronta per progetti utili per la collettività (Puc); dai giochi nei giardini alla pulizia dei graffiti fino alla custodia di centri sociali e di quartiere. Si tratta di progetti personalizzati per i percettori del Reddito di cittadinanza inabili al lavoro. Per queste persone sono attivabili da parte dei Comuni percorsi di servizio per la collettività che, pur non sostituendo figure professionali già previste, permetta di svolgere un prezioso compito per la collettività. “I progetti sono quindi individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità, tenuto conto anche delle opportunità che le risposte a tali bisogni offrono in termini di empowerment delle persone coinvolte. Attività complementari, a supporto e integrazione rispetto a quelle ordinariamente svolte dai Comuni e dagli Enti pubblici coinvolti. Ne consegue, in particolare, che le attività progettate dai Comuni in collaborazione con i Soggetti di Terzo Settore e di altri Enti Pubblici non devono prevedere il coinvolgimento in lavori/opere pubbliche né le persone coinvolte possono svolgere mansioni in sostituzione di personale dipendente dall’Ente pubblico. Allo stesso modo, le attività previste dai Puc non possono essere sostitutive di analoghe attività affidate esternamente dal Comune.Per esemplificare, una persona con competenze acquisite nell’ambito dell’assistenza domiciliare alle persone anziane non può svolgere le azioni proprie di un operatore qualificato, ma, eventualmente, potrà costituire un supporto per un potenziamento del servizio con attività ausiliarie, quali la compagnia o l’accompagnamento presso servizi. Oppure, nell’ambito della manutenzione del verde pubblico, dovranno essere previste forme di supporto agli operatori degli Enti Locali o dei soggetti affidatari dei servizi, che mantengono la responsabilità delle attività. Quindi, non potranno tagliare l’erba dei parchi pubblici ma potrebbero sistemare ed abbellire l’area giochi o altre zone specifiche dei parchi. Oppure, pur non potendo partecipare a lavori pubblici, potrebbero collaborare per la pulizia di scritte o graffiti. I progetti potranno assumere carattere temporaneo. In ambito culturale possibile la cura delle sale delle biblioteche, la catalogazione e digitalizzazione di documenti, la distribuzione di materiale informativo sulle attività, il supporto per le attività di animazione”.

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