Raccolta rifiuti a Rimini, il coordinamento dei comitati: “Qui c’è tanto da rifare”

Rimini

Il Coordinamento dei Comitati civici passa in rassegna la gestione dei rifiuti nei vari quartieri di Rimini e – a fronte di un aumento previsto del 3,8 per cento per la Tassa sui rifiuti 2025 - chiede al Comune più controlli e sanzioni o, in alternativa, corsi di educazione civica ambientale.

Chi paga questa tassa - dice il Coordinamento -, lo fa anche per senso civico, nella speranza di contribuire al decoro e alla vivibilità della città. «Tutti i cassonetti hanno aperture piccole, pensate per incentivare la raccolta differenziata. Il risultato? Rifiuti ovunque, tranne che dentro. I cassonetti sono coperti e circondati da rifiuti abbandonati. In molti quartieri – sottolineano gli otto comitati civici riminesi - vengono segnalati cassonetti in numero insufficiente, mal distribuiti e spesso bloccati».

Centro storico

Si è pensato che il problema fosse la Carta Smeraldo per l’apertura, così da inizio 2024 i cassonetti del centro storico sono stati lasciati a libero accesso.

Risultato? Miglioramento non pervenuto e rifiuti che continuano ad accumularsi fuori da ogni cassonetto. Le applicazioni “Il Rifiutologo” e “Rilfedeur” consentono di segnalare rifiuti abbandonati, ed Hera svolge giri aggiuntivi a carico dei contribuenti, ma senza reali riscontri risolutivi.

Caso Borgo Marina

A Borgo Marina la tipologia dei rifiuti - spiegano dal Coordinamento - è diversa rispetto alle altre zone del centro e rispetto alle zone residenziali: oltre a residenti e studenti, vi sono numerose attività commerciali ad alto riciclo di merci e questo comporta una elevata produzione di cartoni da imballaggio. Inoltre i numerosi mini market, come sul lungomare, producono abbondanti scarti. Per questi motivi, la zona necessiterebbe di maggiore attenzione anche per il controllo dei rifiuti.

«La scorsa estate l’amministrazione comunale insieme a Hera, in collaborazione attiva con i cittadini – ricostruisce il comitato dei comitati - ha fatto opera di informazione capillare con tutti i negozianti, con tanto di lettera dedicata firmata dal sindaco, per il conferimento corretto dei rifiuti da parte delle attività commerciali, a cui i rifiuti vengono direttamente ritirati nei negozi».

E se – a fronte di un aumento del costo del servizio a carico del Comune - si è registrata una diminuzione dei cartoni fuori dai cassonetti, l’abbandono di tutte le restanti tipologie di rifiuti, comprese quelle dei mini market, è aumentato.

Pochi controlli, poche multe

Le telecamere, dove presenti, possono elevare sanzioni solo se chi abbandona i rifiuti viene identificato con la targa dell’auto.

Gli agenti accertatori di Hera e le Gev, in questi anni, hanno elevato un numero estremamente ridotto di sanzioni. «Le richieste di rafforzare i controlli o coinvolgere altri enti che possano accertare le violazioni sono rimaste inascoltate. Anche perché, pare, le multe non vengono quasi mai pagate». Perché allora non introdurre alternative alle sanzioni pecuniarie, come ad esempio l’obbligo di frequentare corsi serali di educazione civica ambientale? Altra domanda per Palazzo Garampi: perché non adottare sistemi premianti per chi differenzia bene e azioni correttive reali, per chi non rispetta le regole, tramite un piano di controllo sistematico da parte dell’amministrazione comunale?

«Chi paga regolarmente – conclude il Coordinamento dei comitati civici - si sente preso in giro. Possibile che l’unico luogo dove si possa parlare di questi problemi sia il Forum urbano? O servirebbe una risposta politica concreta, degna di una città che vuole definirsi turistica e sostenibile?».

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