Polverine ed erbe per curare Covid e tumori. «Con quelle erbe mi sentivo meglio», a Rimini sfilano i pazienti di Orfeo Bindi


“Le polverine? Sì le prendevo perché pensavo mi facessero bene”. Oltre 30 i testimoni, compresi due “attori” di “Striscia la notizia”, portati in aula dalla pubblica accusa, rappresentata dal vice pubblico ministero onorario, Simona Bagnaresi, nel processo al medico omeopata Orfeo Bindi, 68 anni, davanti al Tribunale monocratico di Rimini, arrestato perché prescriveva “pozioni” miracolose per prevenire il Covid, curare malanni e ridurre il cancro.
Nessuno dei clienti-pazienti di Bindi, che è difeso dall’avvocato Antonio Giacomini del Foro di Forlì, l’ha mai denunciato, ma erano stati sentiti tutti a sommarie informazioni degli inquirenti. Il professionista, indagato in un’indagine della Guardia di finanza coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, è accusato di aver prescritto erbe mediche che chiamava “polverine” promettendo la guarigione da patologie, compreso il coronavirus.
A scovare il “guaritore” era stata “Striscia la notizia” e a gennaio del 2022 la Guardia di Finanza di Rimini aveva eseguito un’ordinanza del gip Benedetta Vitolo nei confronti di Bindi, sospeso dall’esercizio della professione di medico omeopata.
Ieri mattina quindi in un’udienza fiume sono stati sentiti dal giudice Luca Gessaroli 30 testimoni, in molti hanno confermato quanto già detto alla Guardia di finanza. “Bindi mi chiedeva di fare le analisi del sangue, dopodiché mi prescriveva una miscela di erbe fatta per me. Dopo averla presa mi sentivo meglio”.
Effetto placebo a parte, difficilmente dimostrabile, in alcuni casi in presenza di patologie gravi come il cancro era stato il medico di base del paziente a far interrompere al paziente la sedicente terapia di Bindi.
In aula anche la testimonianza di un uomo affetto da cancro alla prostata che per alcuni mesi aveva interrotto la terapia per curarsi con le erbe. L’intervento dell’oncologo aveva poi convinto il paziente a riprendere le terapie tradizionali probabilmente salvandogli la vita. Tra le testimonianze dell’accusa anche quelle dei due attori di “Striscia” che fingendosi pazienti avevano smascherato il terapeuta. Bindi è accusato non solo di truffa ma anche di esercizio abusivo della professione. L’udienza è stata quindi rinviata al 18 novembre.