Pesca, l’assessora difende il nuovo mercato ittico: «L’alternativa è la pesca industriale con grandi flotte straniere»

Rimini
  • 01 ottobre 2025

RIMINI. Non ci sono in città due mercati ittici e il settore non è in crisi, tutt’altro. L’assessore alla Blue economy del Comune di Rimini, Anna Montini, replica ai detrattori del progetto del nuovo mercato ittico. Precisando in primo luogo che “non è vero c’è già un secondo mercato ittico in città”: il Caar, Centro agro alimentare Rimini, infatti, ha ricevuto un finanziamento di 10 milioni di euro per realizzare “una serie di interventi”, tra cui anche un nuovo fabbricato destinato ai tre grossisti che trattano pesce. Ma “non si tratta in alcun modo di un vero mercato ittico”, che ha una sala d’asta, spazi per il conferimento del pescato e per il post vendita, sistemi refrigeranti, stanze per i servizi veterinari, uffici amministrativi e spazi per il pubblico e per la formazione. Come previsto nel progetto per la zona della sinistra del porto che andrà a sostituire il mercato ittico di via Leurini, finanziato dal ministero dell’Agricoltura con sette milioni di euro a cui Palazzo Garampi ne aggiunge due. Montini sposta poi l’attenzione sui dati economici: dal 2020 il fatturato del Mercato ittico di Rimini è passato da circa 9,5 milioni di euro a quasi 10,7, mentre la quantità di pescato da circa 17.000 quintali a poco meno di 15.500. Nell’agosto appena passato il fatturato cresce del 9% e il pescato del 4%; a settembre 2025 si contano 18.986 casse vendute, su del 31%, per 731.000 euro circa di fatturato, su del 42,2%, e 113.746 chilogrammi di pescato, su del 13,9%. Senza dimenticare i trend in crescita della domanda di prodotti della pesca. Insomma, conclude l’assessore, “le marinerie locali hanno un futuro e hanno un grande valore se anche le Istituzioni e le cittadinanze in cui convivono credono in loro”.

Per cui “manteniamo vivo il settore e diamo valore al pescato a corto raggio e con rientro in porto delle imbarcazioni quasi ogni sera”, perché “l’alternativa è la pesca industriale con grandi flotte, anche e soprattutto straniere, che pescano in acque internazionali con semilavorazione del pesce a bordo e rientro nei porti anche ogni quindici giorni”.

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