Perdono la fede in mare: ritrovata dopo un mese con il metal detector
RIMINI. L’avevano data per persa, inghiottita dal mare a pochi metri dalla riva di Punta Marina. Un piccolo tesoro dall’inestimabile valore sentimentale, nella forma di un anello d’oro indossato da ormai da 17 anni. Ieri sarebbe stato il primo anniversario di matrimonio senza fede al dito per Nicoletta, dopo quello sfortunato bagno dal quale a inizio agosto era risalita “alleggerita” di qualche grammo. Invece proprio alla vigilia della ricorrenza il telefono di Mauro, suo marito, ha squillato. L’accento riminese è marcato: «Pronto, ho trovato la tua fede». A chiamare è Giuseppe Urbinati, 57 anni e per hobby cercatore di oggetti metallici con il metal detector. È stato l’unico a rispondere all’appello lanciato dalla coppia all’associazione “Sos metal detector”, di cui è socio. Gli sono servite due spedizioni dal capoluogo malatestiano fino al lido bizantino per ritrovarla. Alla fine ha chiamato la coppia faentina per dare la lieta notizia e concordare la consegna, ma non prima di avere avuto la certezza di avere tra le mani l’oggetto giusto. «Ha voluto sapere se nell’anello c’era scritto qualcosa», racconta euforico Mauro Cicognani. Per la risposta non è nemmeno stato necessario controllare la fede gemella: “Mauro e Nicoletta, 14.9.2002”.
«Non siamo degli accattoni»
La fede aspettava ancora sul fondale a ridosso del Bagno “4 Venti”, come in attesa di essere ripescata. «Il primo tentativo l’ho fatto pochi giorni dopo la richiesta di aiuto - racconta Urbinati -, ma il mare era mosso e sono uscito a mani vuote. In questi giorni allora ho approfittato del bel tempo per riprovarci». L’attrezzatura del cercatore di tesori resiste all’acqua, specialmente a quella marina, «micidiale per questi strumenti». Si è spinto fino a una profondità di circa 70-80 centimetri, con la bassa marea appena passata, finché, dopo un’oretta di ricerca, dalle cuffie il segnale ha dato esito positivo. Coperto da pochi centimetri di sabbia c’era il piccolo oggetto prezioso.
«Non siamo accattoni, tombaroli o predoni come tendono a descriverci certi programmi tv - tiene a precisare Urbinati -. Lo scopo di tutto questo è aiutare la gente. Certo, ci sarà anche chi si comporta male in questo settore, ma la maggior parte rispetta le leggi». Anche tra i “colleghi”, insomma, è ben chiaro che il detto “chi trova tiene” ha limiti ben definiti. «Alla fine, è il gusto di trovare che anima questo hobby», conclude Urbinati. Anche se per quei a pochi grammi d’oro spuntati dal mare c’è un grazie o poco più come ricompensa.