Padre musulmano minaccia il fidanzatino della figlia

Rimini

Il padre marocchino di una ragazzina quindicenne, contrario alla amicizia affettuosa della figlia con un quattordicenne riminese e non musulmano, una volta uscì di casa inferocito con un coltello da macellaio in mano. La giovanissima, quel giorno, aveva messo in guardia il fidanzatino con un messaggio. «Stai attento! Gli ho detto che vogliamo fare di testa nostra e lui ha detto che ti taglierà la gola da un orecchio all’altro». Agli atti ci sono i disperati messaggi audio di lei che tra i singhiozzi implora l’amico di mettersi in salvo. Ci pensò il giudice, sollecitato dalla procura, a emettere una misura per contenere la rabbia dell’uomo. Da tempo non può avvicinarsi al ragazzino: deve stare alla larga anche dalla scuola che frequenta e dalla biblioteca dove la coppia in erba si incontrava per studiare all’epoca dei fatti. L’uomo è a processo con l’accusa di stalking. In tribunale si aspettano solo le testimonianze della figlia e della madre, ma per convincerle sono stati interessati i carabinieri: la scorsa udienza, infatti, non si sono presentate. Finora in aula non si è visto neanche l’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Buscemi: c’è chi ipotizza che non si trovi più neanche in zona. I fatti risalgono al 2018. Il padre di famiglia marocchino, 52 anni, non arrivò a fare del male al ragazzino italiano, ma terrorizzò sia lui sia i suoi familiari. Fu la mamma del giovanissimo a rivolgersi alla magistratura sollecitandone l’intervento, dopo le pesanti minacce di morte che l’immigrato nordafricano aveva rivolto al figlio. Si è costituita parte civile ed è assistita dall’avvocato Valentina Vulpinari. Una volta, stando alle accuse, l’uomo avrebbe pronunciato parole durissime verso il quattordicenne, dopo averlo sorpreso alla fermata dell’autobus in compagnia della figlia: «Per questa volta passi, ma se ti rivedo un’altra volta con lei ti ammazzo: non me ne frega niente di andare in galera». Il marocchino aveva avuto anche un “confronto” con la famiglia del giovane. «Spero che non si rivedranno più, sennò finisce male: lo ammazzo». RIPRODUZIONE RISERVATA

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