Omicidio di Pierina, ai raggi x il coltello preso a casa di Louis

Rimini

Il reperto più importante in mano alla polizia scientifica è il coltello sequestrato in casa di Louis Dassilva, il 35enne senegalese indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne testimone di Geova, ritrovata cadavere il 4 ottobre scorso. è da quel coltello che il professore Emiliano Giardina, incaricato dal gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha iniziato i tamponamenti alla ricerca di qualcosa che possa collegare, o escludere, Dassilva dai sospetti degli inquirenti.

Giovedì, il coltello è stato il primo oggetto su cui si è lavorato nel laboratorio di genetica dell’Università Tor Vergata di Roma, alla presenza di tutti i consulenti di parte, poi si è passati alla gonna di Pierina. Anche sull’indumento della pensionata si è tentato di isolare del Dna e di prelevare eventuali impronte digitali, poi si è passati agli slip, alla maglietta e a tutti gli abiti di Dassilva. Analizzati i tamponi intimi inviati a laboratorio ad hoc. Ieri poi si è passati ad analizzare la borsa di Pierina e tutti gli oggetti all’interno. Del materiale biologico, come il sangue, è stato ovviamente repertato e da quel materiale verrà quindi estratto il Dna.

Martedì della prossima settimana, il consulente del gip Giardina si recherà ad Ancona per l’acquisizione dei tamponi prelevati da Loredana Buscemi, incaricata dell’autopsia dalla Procura, e poi si procederà alla comparazione. Per i risultati certi bisognerà attendere la fine del mese, mentre per la relazione ufficiale il termine è fissato è l’11 ottobre, quando il gip ha fissato l’udienza in cui ammetterà gli atti dell’incidente probatorio.

I prossimi step

Presenti ai test irripetibili, Daniela Scimmi, direttore tecnico e biologo della Polizia scientifica di Roma, nominata dal sostituto procuratore Daniele Paci, che coordina le indagini della squadra mobile di Rimini. La genetista forense Marina Baldi per l’avvocato Riario Fabbri che difende Dassilva; per i difensori della nuora di Pierina Manuela Bianchi, i consulenti nominati sono il criminalista Davide Barzan e il generale Luciano Garofano, ex Ris di Parma mentre per i figli della vittima, rappresentati dagli avvocati Monica e Marco Lunedei, il professore Adriano Tagliabbracci. La presenza di tutte le parti è garanzia che quando i risultati ci saranno e arriveranno ad un eventuale processo, saranno dati per accertati e non si potranno più ammettere eccezioni sulla loro esecuzione. Sul fronte delle indagini, Squadra mobile e Procura stanno lavorando su più fronti sempre comunque in un ambito ristretto: quello del terzo piano del condominio 31 di via Del Ciclamino.

Le prove in mano agli inquirenti sono riservatissime perché le parti in questa fase del procedimento non ne possono avere accesso. Una “discovery” vera e propria di tutto quello che ci può essere contro Dassilva la si avrà solo ad indagini chiuse e quindi solo quando la Procura sarà pronta a portare il senegalese davanti a un giudice per chiederne il rinvio a giudizio. Per il momento l’asso nella manica degli inquirenti rimane ben nascosto.

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