Oggi udienza sull’ucraino arrestato nel Riminese sotto accusa per l’esplosione del Nord Stream

BOLOGNA. Inizierà a breve, in Corte d’appello a Bologna, la nuova udienza sulla vicenda che vede protagonista Serhii Kuznietsov, il 49enne ucraino accusato di essere uno dei coordinatori dell’esplosione ai gasdotti Nord Stream, avvenuta nel settembre 2022. Kuznietsov è stato arrestato dai Carabinieri lo scorso agosto in una struttura ricettiva nel Riminese, un campeggio di San Clemente, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalla Corte federale tedesca su richiesta della Procura generale federale, e la Corte d’appello bolognese deve decidere sulla sua consegna alle autorità tedesche. Anche oggi Kuznietsov, parteciperà all’udienza in videocollegamento dal carcere in cui è detenuto.
Nell’udienza di mercoledì scorso il legale del 49enne, Nicola Canestrini, aveva chiesto di approfondire una serie di questioni, affermando tra le altre cose che le accuse della magistratura tedesca riguarderebbero «atti militari compiuti in tempo di guerra» e dunque coperti dalla cosiddetta ‘immunità funzionale’ e lamentando il fatto che le condizioni di detenzione in Germania potrebbero essere tali da violare i diritti fondamentali del suo assistito. Sul punto, il legale aveva evidenziato che «un’agenzia ufficiale che si occupa di prevenzione alla tortura in Germania nel 2024 ha fatto un rapporto in cui vengono denunciate condizioni di detenzione inumane e degradanti, che sarebbero una causa di per sé impeditiva alla consegna». Dalla Germania sono arrivate in questi giorni delle carte in cui si «garantisce il pieno rispetto dei diritti fondamentali» di Kuznietsov. Tuttavia, a detta di Canestrini, queste sarebbero «delle bugie, perché abbiamo dei report ufficiali che smentiscono quanto asserito dalla Germania».
Inoltre, aggiunge Canestrini, «mi chiedo perché la Germania non riesca a garantire l’accesso del mio assistito al suo fascicolo, in modo che possa sapere perché si trova in questa situazione, e soprattutto perché raccontano bugie su un carcere le cui informazioni ufficiali parlano di problemi che noti anche all’Italia, perché l’Italia non può insegnare niente a nessuno in termini di condizioni di detenzioni, ma questo non vuol dire che non possiamo insistere sul rispetto dei diritti». Canestrini, infine, fa sapere che se la Corte dovesse decidere per la consegna di Kuznietsov alla Germania farà ricorso in Cassazione.