Nicola, Dea e Federico: i Billy Elliot romagnoli che hanno conquistato il Royal Ballet

Rimini

Non una ma ben tre promesse romagnole della danza hanno superato il provino al Royal Ballet di Londra. Volano come farfalle sul palco e il loro talento non è passato inosservato ma questo è solo il primo tassello di una strada che la loro insegnante Heidi Pasini si augura lunghissima e foriera di tante soddisfazioni.

Sul loro futuro, in ogni caso, non è ancora scritta l’ultima parola, perché ad attendere tutti nel prossimo aprile è una selezione altrettanto rigorosa, in programma alla Scala di Milano.

Pasini, lei è la direttrice da quasi vent’anni di una scuola che sforna talenti. Come si è affacciata al mondo del balletto?

«Sono nata 54 anni fa a Gambettola, dove ho aperto una scuola che ho guidato per vent’anni, ma dopo il matrimonio mi sono trasferita a Cesena. Ho svolto gli studi cosiddetti “Vaganova” e poi frequentato aggiornamenti per insegnanti, tutti finalizzati alla formazione di giovani allievi, all’Accademia del Teatro alla Scala. Dirigo da 15 anni una piccola scuola di campagna, il Laboratorio danza teatro, che ho fondato a Longiano. I nostri allievi, il cui numero è variabile, hanno dai 4 ai 20 anni e provengono da tutta Italia. Piazzarne tre nel Regno Unito, a fronte della manciata di ballerini che screma ogni anno il Royal Ballet, mi rende infinitamente orgogliosa e grata. La vita professionale non poteva regalarmi di più in un lavoro di nicchia, come il mio, dove il filo rosso resta la passione».

Ci descrive le future étoiles?

«Il riminese Nicola Angelini che ora ha 13 ha passato con noi più di metà della sua esistenza. Altrettanto talentuosi sono la cesenate Dea Savini, di appena 11 anni e Federico Landolfo, un 12enne di Villa Verucchio. Ad accomunarli, oltre ad un fisico ideale per la danza, è il talento, quella luce speciale con cui si nasce e si irradia in ogni spazio ma che va rafforzato con l’ingrediente segreto della passione e del duro lavoro quotidiano. Il bagaglio tecnico è solo l’abbecedario su cui si dipana la danza ma dietro c’è un’anima e una crescita personale costante. Dietro ai risultati si celano sempre grandi sacrifici, rigorose sessioni di allenamento, della durata di almeno 4 ore al giorno, per tutta la settimana. Il tutto senza trascurare gli studi e sempre pronti a affrontare i viaggi da e verso la nostra sede. Anche il fine settimana è impegnativo, perché organizziamo stage con maestri ospiti che sono docenti o direttori delle principali accademie italiane e europee, oppure siamo alle prese con concorsi internazionali. Tirando le somme, i nostri ragazzi passano più tempo nella nostra scuola che a casa».

Se opteranno per il trasferimento in Gran Bretagna, cosa li attende?

«Trascorreranno il primo biennio al convitto della White lodge presso Richmond, una meravigliosa villa immersa in un verde sconfinato popolato da cervi. Le giornate saranno scandite da lezioni di danza con il supporto di noti pianisti ma anche dallo studio della storia della danza e della musica. L’edificio vanta anche la mensa e camere per ognuno oltre alla scuola in inglese. Si preannuncia un trampolino di lancio molto prestigioso per i miei bambini che, se supereranno l’esame per il triennio successivo, sbarcheranno a Londra, dove sosterranno l’esame di maturità inglese e, se vorranno, anche quello italiano, ma in forma privata. Per il primo biennio, non scordiamocelo, è previsto un investimento economico importante da parte dei genitori, vista la retta, ma per chi sarà scelto la seconda volta il percorso diventerà gratuito. Detto questo, la lontananza dalla famiglia è, giocoforza, un sacrificio da mettere in conto per inseguire i propri sogni».

Altri allievi che brillano nel panorama internazionale?

«La tradizione continua mentre Edoardo Savini, originario di Sant’Angelo di Gatteo, è in uscita dal Royal Ballet, fresco di diploma. A soli 18 anni sta già valutando le proposte di grandissimi teatri. Senza contare i ragazzi diplomati negli anni all’Opéra di Parigi o di San Pietroburgo, piuttosto che a Berlino o a Vienna».

La ballerina Oriella Dorella disse che un ballerino “è una farfalla di titanio con una vita da marine”. Cosa insegna la danza?

«Il senso della bellezza ma anche il valore del sacrificio, oltre alla forza della condivisione, del rispetto e soprattutto dell’umiltà. I miei allievi comprendono presto che qualunque obiettivo si può raggiungere solo attraverso un lavoro serio e puntuale mantenendo i piedi per terra, pur volando sulle punte. Dedicheranno tutta la vita alla danza rispettando il loro corpo come un tempio. Le scarpette nascondono piedi doloranti e martoriati e superano con immensa grazia e leggerezza tante delusioni in un mondo che è fatto di saliscendi sotto la morsa di pressioni in crescendo».

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