Un rombo per risollevare il Cesena

di LUCA ALBERTO MONTANARI

CESENA. Due campionati fa, in un pomeriggio piuttosto surreale (l’ennesimo), fu soprattutto la colonna sonora di Siena-Cesena a mettere tutti d’accordo. All’improvviso, dopo la galoppata solitaria di Gonzalez che affettò l’imbarazzante fase difensiva romagnola, uno stadio intero decise di alzare il volume e di insorgere contro Marco Giampaolo. La curva di casa, gonfia e tronfia per la comodissima vittoria, puntò sul repertorio classico rovesciando fischi e insulti sulla schiena ricurva di un ex allenatore poco amato e poco stimato, mentre dal settore ospiti si scelse l’ironia sottile. Il leggendario coro sul possesso palla e il Barcellona, intonato da 800 persone ormai sfinite ma evidentemente ancora molto lucide, fu l’unico straccio di reazione del Cesena in una partita senza storia.

Oggi, per fortuna, si torna alla normalità e il 23 ottobre 2011 è diventata una data preistorica, anche se l’incrocio del Franchi, proprio come due anni fa, rimane molto impegnativo e assai delicato.

Difficoltà. Il Cesena deve innanzitutto provare a resistere: quella di oggi non è solo la seconda trasferta consecutiva, ma anche e soprattutto la seconda trasferta consecutiva con mezza squadra ai box. Rispetto a Pescara rientrano giusto Cascione e Belingheri (quest’ultimo non è al massimo) mentre il parco attaccanti fa registrare la seconda assenza consecutiva del suo piranha (Rodriguez), unico centravanti a vedere la porta in mezzo a un esercito di musi lunghi. Il Cesena, al netto di una carrozzeria rattoppata, deve provare a resistere anche perché Siena è l’ultima tappa di un tour de force massacrante, quello di inizio girone di ritorno, caratterizzato praticamente da 8 scontri diretti consecutivi: dalla prossima settimana, contro la Juve Stabia in casa, il calendario sarà in discesa e anche per questo un risultato positivo al Franchi avrebbe un effetto balsamico su un gruppo che nelle ultime due settimane ha giocoforza rallentato.

Novità. Per il posticipo odierno, Bisoli ha varato un altro modulo abbastanza nuovo, che nel 2014 (dalla palla al centro) non si era ancora visto: il 4-3-1-2. Utilizzato soprattutto nella parte centrale del girone d’andata, con Cascione in regia e Garritano trequartista, al Franchi cambieranno soprattutto gli interpreti offensivi: dietro alle punte, infatti, toccherà all’indispensabile Belingheri, che tornerà nel ruolo ricoperto a Livorno, mentre davanti partiranno Marilungo e D’Alessandro. Il primo fungerà da riferimento, pur non essendo un riferimento di ruolo, mentre il secondo avrà la licenza di scivolare a destra o a sinistra in un ruolo che, almeno inizialmente, non sembra proprio fatto su misura per un esterno puro. Per il resto, sottolineato che il volante torna nelle mani di Cascione e che al suo fianco ci saranno Gagliardini e De Feudis, che sono anche gli ultimi superstiti del centrocampo, in difesa si rivede Consolini mentre tra i pali toccherà di nuovo a Rossini.

Avversario. Sul campo il Siena è secondo assieme all’Empoli, poi in classifica è giustamente più indietro perché chi non rispetta le scadenze merita la penalizzazione, ma la storia del campionato dice comunque che l’avversario di oggi è più forte, più fresco, più carico e anche più completo, perché oggettivamente Beretta ha a disposizione più munizioni. Nel girone di ritorno, però, il rendimento di Siena e Cesena è identico (12 punti): se dovesse esserlo anche stasera, intorno alle 20, sarebbe una buonissima notizia.

 

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