La rabbia del presidente Zangheri

Rimini

RIMINI. Rino Zangheri non era a Bologna domenica sera. Ma forse un po’ dei lampi e delle saette che aleggiavano sul cielo del Falchi li avrà tirati giù lui da casa. Diviso tra la diretta streaming della partita e i continui contatti telefonici con Luca Giani presente a Bologna.

«Maledetto mal di schiena - tuona il numero uno dei Pirati - perché se fossi stato io in quella situazione li avrei conciati per le feste. Io sul campo ho perso e vinto, quando perdo sbatto la testa contro un muro, mi arrabbio con i miei tecnici e con i giocatori, cerco di capire cosa non è andato per il verso giusto. Ma la cosa che è accaduta domenica va oltre ogni incazzatura». Zangheri l’ha presa proprio male. «Hanno cambiato tutte le regole, bastava mezzora di pausa, magari un’ora, poi la partita doveva essere annullata, non ripresa dopo due ore».

Di chi è la colpa? «C’era un responsabile della Federazione ed era il vice presidente federale (Massimo Fochi,
ndr), doveva riunire gli arbitri e i due manager, convocarli tutti e poi prendere la miglior decisione possibile. Invece hanno lasciato a Filippi la decisione che uno come lui non è in grado di prendere. Il problema è che non c’era neppure un commissario degli arbitri. Una vergogna».

Parlare adesso con il “pres” di futuro è come gettare litri di benzina sul fuoco. «Ho voluto riunire subito i miei collaboratori e lo staff tecnico: venerdì e sabato abbiamo la coppa Italia, l’ho voluta a Rimini, ho firmato un impegno e non torno indietro. Poi però basta, ritiro la squadra, il prossimo anno giocheremo in A Federale, non mi faccio prendere in giro da un gruppo di incapaci interessato solo a far passerella». (c.r.)

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