Marco Melandri e il sogno iridato

Rimini

FORLÌ. Marco Melandri torna da Portimao con dei responsi positivi e qualche preoccupazione in più, come la competitività della Suzuki. Il ravennate è stato impegnato con diversi colleghi in una tre giorni di test collettivi sul tracciato portoghese per preparare l’imminente avvio della stagione 2014, che si sono conclusi domenica. L’obiettivo è il titolo iridato Superbike. È stata l’occasione per “testare” la caviglia operata recentemente, per risolvere vecchi problemi legati a precedenti infortuni, per approfondire la conoscenza con la sua Aprilia Rsv4 e verificare il livello di competitività in confronto agli avversari.

Alla fine il più rapido è stato l’inglese Alex Lowes, fratello gemello del Sam che ha vinto il mondiale Supersport 2013.

Lowes ha portato la sua Suzuki a girare in 1’42”5, precedendo il compagno di squadra e “capitano” Eugene Laverty. Per l’irlandese un 1’42”6 positivo, considerando che il record è dell’inglese Tom Sykes (Kawasaki) in 1’42”475. Il campione della categoria era assente a Portimao. Presenti anche Ducati e Honda ufficiali, con la prima capace di 1’43 netto con Davide Giugliano (4° tempo) e di un 1’43”2 del gallese Chaz Davies.

La seconda invece ha totalizzato 1’42”9 con l’inglese Jonathan Rea (3° tempo) ed il connazionale Leon Haslam a 1’43”5.

Il romagnolo Macio si è fermato a 1’43”1 che vale il 5° miglior crono. Assente il suo compagno, il francese Sylvain Guintoli, ancora in riabilitazione dopo un intervento ad una spalla.

«La caviglia non va male sono contento - racconta Melandri - all’inizio era un po’ legata come mobilità, poi è andata meglio. A partire da metà dell’ultimo giorno ho iniziato ad avere un po’ di gonfiore e dolore, ma me lo aspettavo».

Con i tecnici del reparto corse Aprilia, Melandri ha cercato di adattare la Rsv4 al suo stile di guida: «Abbiamo lavorato sulle strategie di elettronica e nell’ultimo giorno un po’ sulla ciclistica però la pista è stata chiusa in anticipo perché un mezzo aveva perso olio inondando alcune curve. Il 5 ed il 6 febbraio a Jerez de la Frontera completeremo il nostro programma sulla messa a punto delle strategie di elettronica che avevamo individuato a tavolino questo inverno. Passare a un’altra motocicletta è stato difficile. Venire da Bmw a Aprilia, con un propulsore con caratteristiche diverse ti costringe pensare e guidare in modo differente. Con la Rsv4 devi essere molto fluido, senza forzare troppo, mentre nel 2013 dovevo essere più aggressivo perché il motore era più spigoloso».

Marco ha chiaro il proprio obiettivo, il titolo iridato e non teme gli avversari: «Gli altri piloti sono tutti molto combattivi, ma qui a Portimao è stato difficile capire il passo di ognuno. La Suzuki ha dimostrato maggior crescita almeno sul giro secco. Se dovessimo partire per correre questo fine settimana siamo pronti a lottare per il nostro obiettivo: sono tornato in Aprilia per raggiungere quello che mi è mancato negli ultimi anni, il titolo mondiale».

 

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