Lista Oliverio, indagine sui conti a San Marino

Rimini

SAN MARINO. La lista Oliverio e l’inchiesta dell’Antimafia sui Camilliani travolgono San Marino: silenzio a Palazzo intanto in tribunale arriva la rogatoria che chiede di spulciare i conti del faccendiere Paolo Oliverio (che avrebbe consegnato agli 007 italiani la lista degli evasori col conto sul Titano) e della sua società sammarinese Po&Partners. Si indaga per appropriazione indebita: il dubbio è che Oliverio “nascondesse” per l’Ordine dei Camilliani i soldi in banche estere, centinaia di migliaia di euro. Forse milioni. A San Marino non c’è stato nessun sequestro di denaro, da parte della magistratura, ma le movimentazioni, quelle sì, son state trovate. Intanto, Intesa per il paese pungola il governo sulla presunta lista consegnata dal faccendiere ai Servizi segreti: per ottenere quei dati, azzarda la coalizione di minoranza, ha usato «terminali interni»? «C’è una relazione» col caso delle intercettazioni e della lista dei correntisti Smi?

Oliverio e i Camilliani. Il faccendiere Paolo Oliverio, 47 anni, belle auto e belle donne, e più di un interesse a San Marino, aveva sul Titano anche una sua società, di servizi alle imprese. Si chiama Po&partners, sta a Dogana, e ad oggi la sua licenza è ancora attiva. A novembre scorso, è stato arrestato assieme a padre Renato Salvatore, superiore dei Camilliani, per sequestro di persona di due prelati. Quando poi la Finanza, nel corso delle perquisizioni, ha trovato una serie di trasferimenti di denaro verso banche estere, la Dda di Roma ha ipotizzato che i Camilliani nascondessero milioni nei paradisi fiscali, affidando gli “ammanchi” al fiscalista amico, proprio Oliverio. E perché allora non interrogare proprio San Marino, vista la sua vicinanza col Titano?

La rogatoria. Questo proprio perché, indagando su Oliverio, sono emersi interi dossier sui volti noti della politica e dell’imprenditoria italiana ma anche un riferimento a una lista che il fiscalista avrebbe consegnato agli 007 italiani solo per accreditarsi. Era la lista degli italiani che avevano trasferito i propri capitali guarda caso a San Marino. Ma con questo, la rogatoria non c’entra. La Dda di Roma chiede dunque di indagare sui conti riconducibili a Oliverio ma anche alla sua Po&partners, ma non chiede di sequestrare le somme, segno che per gli inquirenti quei soldi, da San Marino, già son spariti. «Oliverio – ha spiegato a Rtv Giorgio Renzetti, socio di minoranza di Oliverio nella Po&partners – ha insistito moltissimo perchè accettassi la partecipazione in quella società che non produceva utili ed è ancora regolarmente attiva».

«Chi gli ha passato quella lista?». E’ Intesa per il paese a tornare a interrogare il governo sul caso. «Come può il fiscalista avere ottenuto in aperta violazione di legge, nel 2009 una mole di dati sensibili di questo tipo? Paolo Oliverio ha avuto a disposizione terminali interni di vario tipo al nostro sistema? Come avrebbe potuto, altrimenti, raggiungere questo tipo di risultato?».

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