Nasce la "macro regione" del mare

Rimini

RIMINI. Una grande regione fra i paesi che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio. Un progetto targato Europa e approfondito ieri in un summit al Palazzo dei congressi: “Strategia Ue per la Regione Adriatico-Ionica: un ponte per l’Europa”.

Il fatto. Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini (Pd) ha spiegato che l’Emilia-Romagna «vuole giocare un ruolo centrale in questo progetto dell’Unione europea che investe le macro-regioni». Nell’ambito della regione adriatico-ionica «siamo collocati in posizione strategica dal punto di vista geografico e per quanto riguarda il turismo, l’economia, la cultura, le infrastrutture e l’energia credo sia uno dei progetti più interessanti da sviluppare nel quale la mia amministrazione vorrà giocare un ruolo strategico e decisivo».

“Noi al centro”. «Dopo gli anni dei muri o dei campanili tocca alla stagione dei ponti - ha precisato il sindaco Andrea Gnassi -: quello dell’Italia verso l’Est Europa che ha i pilastri nel nostro mare; quello dell’Emilia Romagna, porta aperta dell’Italia verso una sinergia vera e concreta con l’Ue per risolvere una crisi epocale con le armi delle relazioni, della sostenibilità, dell’accoglienza».

«Per Rimini essere al centro delle strategie della macroregione adriatico-ionica significa essere al centro delle opportunità e delle sfide di una crescita economica legata al mare» ha aggiunto l’onorevole Emma Petitti (Pd). In una nota ha sottolineato che «mare, coste e turismo sono il fulcro dell’impegno delle istituzioni e delle amministrazioni locali». Per questo è già in programma a gennaio un incontro con il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, Gnassi e i sindaci della riviera sui temi dell’erosione e della salvaguardia della costa.

Inoltre verranno valutati «ulteriori finanziamenti per la salvaguardia della balneazione, oltre ai 9 milioni già destinati al Psbo», il piano di risanamento degli scarichi. La macroregione già si profila dunque come «un’opportunità di sviluppo per un più efficace utilizzo dei fondi europei nei settori strategici delle reti, della qualità ambientale, della crescita marittima, del turismo e cultura».

I vicini. «Dalle parole dobbiamo passare ai fatti. Siamo nella fase di costruzione dei progetti». Lo ha sottolineato il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca. Nella primavera 2016, infatti, la Commissione europea farà scattare la valutazione dei progetti, per cui «abbiamo un anno e mezzo di tempo per costruire» delle proposte basate sui quattro pilastri dell’ambiente, della crescita blu, del turismo sostenibile e delle infrastrutture. «Serve - ha aggiunto - una progettazione strategica che riguardi quest’area. Sarebbe opportuno affidarla all’iniziativa adriatico-ionica che vede insieme gli otto ministri degli esteri degli otto Paesi coinvolti (Italia, Croazia, Slovenia e Grecia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Serbia). «C’è l’opportunità di utilizzare al meglio le risorse dei fondi strutturali e i 21 miliardi del piano Junker».

Il governo. «Dobbiamo vivere la strategia adriatico-ionica come un moltiplicatore di opportunità» ha sottolineato il sottosegretario alle politiche e affari europei, Sandro Gozi. «Ce l’abbiamo fatta ad avviare la strategia adriatico-ionica». Con l’obiettivo di rendere l’Adriatico un «mare d’Europa. Parliamo del destino di 70 milioni di persone, il secondo stato dell’Unione europea dopo la Germania».

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