Massaggi, finale hard col redditometro

Rimini

 

RICCIONE. Questa volta le tariffe non erano popolari come quelle dell’ultimo centro massaggi chiuso, sempre dai carabinieri, nell’ottobre dello scorso anno. Al “Tai Chi” di viale Veneto 28a, il costo della prestazione extra di fine seduta poteva andare dai 20 ai 50/60 euro. Ma non cambiava a seconda della simpatia del cliente.

La tariffa, semplicemente, variava a seconda della professione dichiarata o dall’idea che la proprietaria, una cittadina cinese di 35enne ora rinchiusa nel carcere di Forlì, si era fatta del cliente.

Arrivavano da tutto il Riminese, da San Marino, dalle province marchigiane più vicine (e non solo), i molti clienti che sono stati fermati dai carabinieri di Riccione attivatisi vedendo una crescita costante del lavoro del Tai Chi, aperto nel luglio del 2013. Strani movimenti confermati dalle lamentele in crescita dei residenti stanchi del continuo via vai. Il centro, infatti, complice il fatto che la proprietaria all’interno aveva ricavato anche la sua abitazione (violazione amministrativa che sarà segnalata al Comune), apriva infatti ininterrottamente dalle 10 alle 22. Un successo crescente quello del locale di viale Vittorio Veneto, dovuto al passaparola ma anche alla pubblicità su Internet, dove il centro massaggi era sponsorizzato in diversi siti con riferimenti espliciti alla possibilità di fare sesso, il tutto rafforzato dai commenti dei clienti che indicavano la possibilità di un “gran finale”. Che non contemplava la consumazione completa di un rapporto sessuale, ma un atto di erotismo manuale.

Quattro le giovani donne, tutte cinesi e in regola con il permesso di soggiorno, al lavoro nella struttura pulita, accogliente che, come sottolineato dagli stessi carabinieri, non ha niente a che vedere con altri squallidi centri simili scoperti e chiusi negli anni nel riminese. Le ragazze, regolarmente assunte, lasciavano tutto quanto di extra incassavano alla proprietaria, che più volte al giorno provvedeva ad andare a versare. A rivelare ai carabinieri il tariffario applicato i diversi clienti che sono stati fermati e “ascoltati” all’uscita dalla seduta. Alcuni, indignati, hanno detto ai militari di essere stati costretti a fermare la massaggiatrice che forzatamente voleva offrire l’extra seduta. Non hanno invece opposto “resistenza”, anzi hanno richiesto il gran finale, un gioielliere e un rappresentante di preziosi milanese tra gli aficionados intercettati dai carabinieri. Ed era sotto trattamento anche l’unico cliente presente giovedì sera al momento dell’arrivo dei militari che hanno arrestato su disposizione del pubblico ministero Paola Bonetti la proprietaria, ammanettata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, che inutilmente ha cercato di impedire l’irruzione. I carabinieri, prima di apporre i sigilli al locali, hanno sequestrato anche 2.500 euro in contanti, in parte custoditi in camera, in parte nel registratore di cassa. E’ da sottolineare che se l’extra non era fatturato, per i massaggi invece lo scontrino era regolarmente rilasciato.

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