Ampliamenti Trampolines, prosciolto Zaffagnini

Rimini

 

RICCIONE. L’ex dirigente comunale all’edilizia, Guglielmo Zaffagnini, è stato prosciolto dall’accusa di abuso di ufficio in merito alla vicenda degli ampliamenti del Trampolines, l’albergo con ristorante in via Lungomare della Repubblica.

Il giudice per le indagini preliminari ha infatti deciso ieri per il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato: Zaffagnini mette così fine alla vicenda che lo aveva visto coinvolto dopo avere rilasciato nel 2008 dei permessi per allargare l’hotel, con annesso ristorante, ai titolari della società Trampolines che a loro volta sono stati prosciolti dall’accusa di falso materiale.

La tesi del legale dell’ex dirigente comunale, Federico Benzi, sarebbe stata così accolta: il suo assistito ha rilasciato quelle concessioni - durante il periodo di Daniele Imola primo cittadino - in modo regolare, permettendo così gli allargamenti della struttura costruita sulla base del Rue. I lavori sono stati quindi eseguiti in conformità con il permesso rilasciato dall’ex dirigente all’edilizia Guglielmo Zaffagnini, che era finito nell’occhio del ciclone. In particolare aveva sollevato numerosi dubbi l’attuale sindaco di Riccione, Renata Tosi, allora tra le file dell’opposizione.

Era stata lei ad attaccare: «Il permesso di costruire rilasciato è un provvedimento che viola le regole: sono stati costruiti circa 800 metri cubi in più. Vuoi l’ex sindaco, vuoi l’ex assessore, hanno collaborato e avvallato le decisioni dell’ex dirigente nel rilasciare un permesso illegittimo». E anche l’amministrazione di Massimo Pironi, una volta subentrata, aveva fatto scattare una raffica di controlli per capire se c’erano state delle irregolarità. Un fuoco incrociato, insomma, a cui Zaffagnini è stato esposto per diverso tempo ma da cui, per quanto riguarda il caso Trampolines, esce in modo definitivo dimostrando la propria innocenza.

Ed è lui stesso ad esprimere la propria soddisfazione una volta saputo dell’esito della vicenda: «Ho sempre creduto nella bontà del mio operato e ho sempre mantenuto una linea: questa è la dimostrazione che non sono stato io a sbagliare».

 

 

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