Rifiuta di offrire una sigaretta: accoltellato

Rimini

RIMINI. Accoltella al collo un uomo dopo una lite scoppiata in via Gambalunga e viene arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

In manette, grazie all’intervento dei poliziotti delle Volanti, è finito un riminese di 42 anni (M.D. le sue iniziali) che sostiene di aver difeso un amico e nega di aver utilizzato una lama durante la colluttazione.

Il ferito (un polacco di 35 anni residente a Santarcangelo di Romagna) deve ritenersi fortunato, almeno a giudizio dei medici del pronto soccorso: il colpo gli ha infatti sfiorato la carotide. Un centimetro più in là e la lesione avrebbe potuto avere esiti mortali. Invece, fortunatamente, se l’è cavata con tanta paura e qualche punto di sutura. Giudicato guaribile in dieci giorni è stato già dimesso dall’ospedale.

Tutto è iniziato in via Gambalunga, venerdì pomeriggio verso le 18, davanti a un minimarket cinese.

Lo straniero sarebbe stato aggredito semplicemente perché si era rifiutato di offrire una sigaretta, suggerendo al presunto accoltellatore, che era in compagnia di un amico, di andarsele a comprare direttamente nella tabaccheria all’angolo.

La brusca risposta ha scatenato la discussione e alla fine il polacco racconta anche di aver comunque dato una sigaretta agli sconosciuti, nella speranza di evitare i guai. Sempre secondo la sua versione, però, i due avrebbero invece continuato a offenderlo e a provocarlo anche quando aveva capito che era il momento di cambiare aria e si era diretto prima in corso Giovanni XXIII e quindi verso la stazione. Alla fine, davanti a un negozio di kebab, è scattata l’aggressione.

In soccorso del polacco sarebbero intervenuti anche alcuni avventori del locale, preziosi poi nel descrivere i fuggitivi agli agenti. Il ferito, che sulle prime non si era neppure reso conto della coltellata, è stato trasportato in ospedale, mentre è cominciata la caccia agli italiani.

Il principale sospettato è stato rintracciato e arrestato poco più tardi dai poliziotti, sempre nella zona di via Gambalunga. Una volta in questura, difeso dall’avvocato Genny Quadrelli, il riminese ha sostenuto di essersi difeso dal polacco che prima avrebbe picchiato l’amico, facendogli uscire il sangue dall’orecchio, e poi si sarebbe avventato come una furia contro di lui. «Era ubriaco, è stato lui ad attaccare briga». Una versione che non convince gli investigatori impegnati a individuare il secondo italiano, del quale l’arrestato ha fornito solo il nome di battesimo. Al momento del controllo l’accusato non aveva con sé il coltello. Sostiene di non averlo mai avuto. La convalida è prevista per domani davanti al giudice.

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