Case all'estero, boom di vendite
RIMINI. Tasi e Imu incombono, le tasse sulla gestione delle case lievitano, il conto finale diventa devastante. Ecco spiegato perché «il mercato delle case all’estero, che prima era di nicchia, adesso ha preso piede nonostante l’incombere della crisi: troppe piazze hanno redditività molto alta e rappresentano un investimento». Dalla Fratelli Rossi real estate, in viale Vespucci, sembrano non avere dubbi e snocciolano una serie di freddi numeri per scattare la fotografia: «Noi stiamo puntando su Miami, dove si possono trovare ad esempio bilocali a 150mila dollari (115mila euro, ndr) da affitare con una certa facilità, si tratta di appartamenti in strutture rifinite che hanno un ritorno economico». Quanto? «Parliamo di una redditività pari all’8 per cento annuo, che si traduce quindi in 12mila dollari (9200 euro, ndr): se si considera che in Italia la redditività di un immobile si aggira attorno al 3 per cento, si capisce che la convenienza non è poca». Certo non è facile trovare la casa giusta. «Ad esempio a New York», continuano dall’agenzia, «i prezzi non sono bassi ma se si punta su quartieri emergenti, non al centro di Manhattan, gli affitti sono semplici e si trova a 3mila euro al metro quadrato nell’immediata periferia».
L’offerta è dietro l’angolo, insomma, come confermano anche da Casoli Immobiliare, dove stanno gestendo le vendite di «un complesso polifunzionale e di villette residenziali a Targu, in Romania». E stiamo parlando di «immobili che qui venderemmo a 400mila euro e lì a 100mila, quasi 200 metri quadrati nuovi e ben rifiniti», chiariscono: «Si tratta di strutture in zone tranquille per chi ama il totale relax e la caccia: certamente sono investimenti che nel tempo rendono anche perché le spese di gestione, a differenza dell’Italia, sono davvero basse».
E dire che «con l’arrivo di Monti, con gli acquisti degli immobili all’estero è arrivata anche una tassa allo 0,76 per cento», chiarisce Giuseppe Bigiarini, dell’omonima agenzia, «e dire che in zone come Berlino la redditività è pari al 5 per cento: molto alta rispetto all’Italia dove fanno di tutto, con le tasse, per disincentivare gli investimenti degli italiani in territorio nazionale».
Un carico fiscale pesantissimo, che può essere sostenuto «solo da acquirenti che arrivano da fuori, come russi, svizzeri, francesi o belgi», spiegano dalla Regina immobiliare, dove non hanno dubbi: «Le nostre vendite particolari le facciamo a loro, l’acquirente medio italiano non si può più permettere certe spese di mantenimento della casa: la prima cosa che ci chiedono ormai è quanto si paga per gestione e tasse: in Italia sta diventando dura». E la “fuga” all’estero diventa realtà.