Cibi marci, finti stagisti e tanto nero

Rimini

RIMINI. Ragazzini presi dalle scuole come stagisti non retribuiti ma poi infilati a lavorare ai fornelli di un albergo, senza giorno di riposo per 40 ore a settimana. Dipendenti messi a dormire in stanze di fortuna, come piani interrati e stanze da bagno in cui sono stati ammassati materassi. Ma anche merce scaduta nei ristoranti e venduta come se nulla fosse, cibo esposto senza etichette, condizioni igieniche da voltastomaco e cucine improvvisate in bar sulla spiaggia con strutture allargate d’improvviso, tra lavoratori irregolari e finti contratti che nascondono tour de force lavorativi fino a 16 ore al giorno per mille euro al mese.

E’ questo il quadro che hanno fatto emergere in questi giorni i controlli mirati dei carabinieri e della Direzione provinciale del lavoro: i blitz, che hanno visto anche l’invio da Bologna dei Nas, sono stati condotti a Cattolica su 40 strutture tra hotel, ristoranti, bar, stabilimenti balneari. Un lavoro partito dopo le numerose segnalazioni di cittadini ma anche gli stessi imprenditori del turismo, che hanno denunciato ai carabinieri quanto accadeva in decine di strutture e pubblici esercizi. Il capitolo cibi marci ha coinvolto in particolare ristoranti e bar sulla spiaggia: in alcuni di questi trovati alimenti scaduti da diversi mesi, in particolare pasta, pane e primi piatti precotti.

Nel bilancio di questo spaccato estivo, sono fioccate alla fine multe per quasi 70mila euro e una denuncia ai danni di un albergatore di 50 anni. Dalle ispezioni sono infatti emersi tre studenti, di cui due minorenni, presi da una scuola con la classica formula dello stage non retribuito. Purtroppo le mansioni indicate inizialmente non sono state rispettate e i ragazzini sono stati messi tutti i giorni a lavorare come normali dipendenti, comprese le mansioni di cucina, senza vedere un solo centesimo di paga.

Pagati circa mille euro di media, i 25 dipendenti trovati irregolari, di cui quattro totalmente in nero, nelle altre strutture alberghiere e pubblici esercizi controllati: tra questi anche due giovani moldave stipate per dormire in un giaciglio di emergenza, all’interno di una piccola toilette di un hotel riconvertita a “camera da letto”. O ancora: i dipendenti, sempre di un hotel, trovati a dormire ammassati in un seminterrato. Per quasi tutti loro, 16 ore al giorno effettive a fronte delle 8 ufficiali.

Di certo non è coinvolta solo Cattolica: «E’ una situazione diffusa in provincia», spiega la responsabile della Direzione del lavoro Raffaella D’Atri. E i dati le danno ragione: su 1.357 aziende ispezionate nel 2013, ne sono state sanzionate 726, di cui 471 nel terziario, che a Rimini operano soprattutto in ambito turistico.

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