Rifiutati dall'hotel, 50 turisti in strada

Rimini

RIMINI. Hanno rischiato di rimanere in mezzo alla strada, sotto il sole cocente di sabato pomeriggio, valigie in mano perché l’albergatore non voleva alloggiarli: 50 turisti romani arrivati dopo ore di viaggio in pullman hanno dovuto chiamare i carabinieri per riuscire ad entrare in hotel e cominciare, dopo un lungo litigio con il titolare, la tanto desiderata vacanza riminese.

 

Un “incidente” nel quale a rimetterci sarebbero stati solo loro se i carabinieri della stazione di Miramare non avessero fatto da mediatori tra l’albergatore e l’agenzia di viaggi che aveva prenotato la settimana nel tre stelle di Bellariva, in viale Regina Elena. All’origine del litigio infatti proprio il mancato pagamento di quanto dovuto per l’alloggio dei turisti.

Arrivati verso le 15, stanchi e affamati dopo un lungo viaggio in pullman, i 50 vacanzieri della terza età non vedevano l’ora di scendere in spiaggia, ma non hanno fatto in tempo a recuperare le valigie dal pullman che si sono visti negare l’ingresso in hotel. L’albergatore non ne voleva sapere: l’agenzia di viaggi con la quale il gruppo aveva prenotato l’hotel non aveva versato quanto pattuito e quindi niente stanze. Nonostante il tentativo di convincerlo prima con le buone poi alzando la voce, ai turisti non è rimasta altra soluzione che chiamare i carabinieri. A quel punto, per evitare che la situazione degenerasse tra i romani e l’albergatore, i militari hanno contattato il responsabile dell’agenzia di viaggi di Cattolica che, chiarita la vicenda con il titolare della struttura alberghiera, ha permesso che il gruppo prendesse possesso delle stanze in hotel. Ma l’albergatore ha chiesto e ottenuto che l’assegno di pagamento per i 50 turisti venisse portato in caserma dai carabinieri al più presto.

All’origine del problema che ha coinvolto i turisti romani che, come spiega Patrizia Rinaldis presidente degli albergatori di Rimini, «non dovrebbero mai rimetterci» ci sono i contratti tra tour operator e albergatori «che più di una volta hanno creato problemi e che sono tutti a favore dei primi. Per questo - spiega Rinaldis - ho chiesto a livello nazionale che vengano rivisti con maggiori tutele per gli hotel». Succede spesso, fa notare la presidente dell’Aia, che le agenzie si accordino per pagamenti a 30 o 60 giorni ma che non li rispettino: «Ci sono albergatori che devono aspettare ben oltre il termine del contratto per essere pagati, altri che non vedono mai i soldi, anche perché queste agenzie falliscono o spariscono, e sono costretti ad aprire dei contenziosi. Per questo consiglio sempre agli albergatori di non accettare contratti capestro, con prezzi troppo bassi. E, pur non conoscendo il caso in questione e ritenendo comunque che il turista va tutelato, il caso può essere nato proprio per i tanti problemi che noi albergatori abbiamo spesso con le agenzie».

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