Una casa per gli irriducibili della piazza

Rimini

RIMINI. Si chiama Housing First, ma è un progetto nato e cresciuto pensando a Franco, il “cittadino” del centro storico, l’uomo che fa di Piazza Tre Martiri il proprio centro di gravità. Come lui, altre persone hanno scelto di vivere ai margini, rifiutando quell’aiuto che poi prende forma nella stabilità di un alloggio. Bene, finora si è operato così: prima segui un percorso, ti curi, magari rinunci all’alcol, ti fai seguire e poi raggiungi l’autonomia abitativa. Ma otto volte su dieci non funziona. “Housing First” inverte tutto: subito le chiavi di casa, la responsabilità. All’estero va bene otto volte su dieci. Si tratta di una forma d’intervento innovativo, illustrato ieri dal vice sindaco Gloria Lisi alla presentazione dei numeri legati all’emergenza casa. A capo dell’iniziativa c’è la Papa Giovanni XXIII (scelta tramite istruttoria pubblica), il Comune mette 22.500 euro quest’anno e 90mila sia nel 2015 sia nel 2016. Obiettivo: realizzare un parco di 10 alloggi distribuiti nella varie zone della città. Per fare che cosa? «Rapido inserimento abitativo di persone sole, senza fissa dimora, che si trovano da tempo sul territorio comunale con problematiche di disagio psichico e sociale. L’inserimento è accompagnato da un lavoro di supporto e accompagnamento».

L’incontro era comunque l’occasione per fare il punto su una situazione preoccupante. «Si rivolgono alla Caritas non solo persone in locazione, ma anche chi ha la casa in proprietà e non riesce a pagare le utenze».

Nei primi tre mesi dell’anno gli sfratti (richiesti ed eseguiti) sono 621, contro i 383 dello stesso periodo del 2013 (485 nel 2012, 352 nel 2011, 349 nel 2010). Il Comune dal 2012 ha messo in campo il Pacchetto Welfare finalizzato ad attenuare proprio queste forme di disagio sociale. Così nel 2013 si è intervenuti 31 volte per limitare il dramma delle famiglie sfrattate in carico ai servizi sociali (43mila euro). Quindi 135mila euro (178 casi) per il pagamento delle bollette. Un altro capitolo si è tradotto in 252mila euro (278 casi non in carico ai servizi sociali) per pagare sempre affitti e utenze. L’Ausl ha gestito 18 assegnazioni a fronte di risorse comunale impiegate pari a 400mila euro. Palazzo Garampi ha quindi in campo il Residence dei Babbi (separati): 8 alloggi su 8 sono stati assegnati. Anzi. Un papà ha ottenuto l’affidamento esclusivo del figlio e trovato un lavoro. Infine l’Albergo Sociale gestito dalla Papa Giovanni: 8 delle 25 stanze sono utilizzate per fare fronte ai bisogni di chi a seguito di uno sfratto ha necessità di trovare un giaciglio, anche se temporaneo.

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