L'amico celebra le nozze ma a Rimini in pochi lo fanno

Rimini

 

 

RIMINI. Celebrare il matrimonio di un amico? Da anni si può ma sono in pochi a saperlo. Dall’inizio dell’anno a fine giugno sono state 104 le unioni civili che si sono celebrate a Rimini, solo 8 delle quali “presiedute” dal compagno di giochi di una vita.

Il mio amico carissimo. E’ successo anche qualche settimana fa, quando Riccardo Agostini, noto titolare di un’enoteca, ha idealmente indossato la fascia tricolore e unito in matrimonio una coppia di amici.

«Non me l’aspettavo davvero - racconta lui - e fino a due mesi fa neppure sapevo di potermi sostituire al sindaco o all’assessore. E’ stato lo sposo a chiedermelo e sono rimasto stupito».

Agostini ammette di aver patito «un po’ di emozione iniziale, poi ho letto il testo con gli articoli della funzione nuziale e tutto è filato liscio».

I luoghi. Ci sono diverse sedi che l’amministrazione mette a disposizione dei cittadini per il fatidico sì. Il luogo più gettonato è Palazzo Garampi in piazza Cavour dove dall’inizio dell’anno si sono svolti 44 matrimoni. Molto più distanziati: la Sala del giudizio del Museo della città (che sinora ha accolto 8 coppie), il Lapidario romano (in estate per chi predilige una cerimonia all’aperto) e la Palazzina Roma (7 nozze) in piazzale Fellini sede dell’assessorato al turismo.

Obiettivo spiaggia. Ma da diverso tempo, Rimini sta lavorando per i matrimoni in spiaggia, come spiega l’assessore ai Servizi al cittadino Irina Imola. «E’ un tema che seguo ormai da due anni, apparentemente semplice, ma dietro il quale si cela invece una normativa complessa, fatta di mille permessi tra governo e prefettura. Esiste infatti l’obbligo di ospitare “il giorno del sì” dentro una struttura di proprietà comunale. Così abbiamo individuato una zona in piazzale Boscovich, antistante il portocanale, in cui realizzare una casetta affiancata da un gazebo che ci permetterà di ospitare le nozze in spiaggia. Si tratta di un intervento che rientra in una riqualificazione più complessiva del porto e che contiamo di realizzare nel più breve tempo possibile».

Quando? «Spero che i primi matrimoni - aggiunge Imola - si possano tenere a settembre o ottobre ma mi accontenterei anche della prossima Pasqua».

I costi. L’amministrazione chiede cifre diverse a seconda della sede, perché diverse sono le spese e le persone impiegate «a volte chiamiamo personale solo per le pulizie». La quota più bassa è quella per il matrimonio a Palazzo Garampi 100 euro ai residenti, 250 per i non residenti. Servono invece 300 euro per il Museo della città e la Palazzina Roma (500 per i non residenti). Ma un’altra fetta importante delle unioni civili (44 nel 2013) avviene nella sede di via Caduti di Marzabotto, dove convolare a nozze è del tutto gratuito. «E’ una saletta piccola dove il matrimonio diventa poco più che una trascrizione di documenti» chiarisce Imola.

Il cerimoniere. Il Comune ha fissato nel giovedì mattina e nel sabato pomeriggio i giorni giusti per il sì. E l’assessore Irina Imola è certamente una dei politici più impegnata nei matrimoni: «Sinora ne avrò celebrati circa 40, è un momento sempre importante e molte spose arrivano con l’abito bianco». Fra i cerimonieri più attivi viene segnalato anche il capogruppo del Pd Mattia Morolli.

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