Assedio animalista al Delfinario: raccolte 15 mila firme

Rimini

RIMINI. Momenti di tensione alla manifestazione promossa dalle associazioni animaliste davanti all’ex delfinario di Rimini. Da una parte i gestori della struttura, dall’altra i manifestanti che hanno voluto ribadire il loro “no” alla riapertura, prevista per lunedì. A pochi minuti dall’inizio della protesta pacifica, i gestori si sono avvicinati ai rappresentanti delle associazioni che hanno chiesto loro di farsi da parte e lasciare che spiegassero le loro ragioni.

 

Per alcuni istanti sono volati urli e pure qualche insulto ma poi la situazione, tenuta sotto controllo della polizia, è tornata alla normalità e i manifestanti, schierati sul lungomare reggendo cartelli che componevano la scritta #riminivergogna, sono tornati a sottolineare che «una vita condotta all'interno di una sterile vasca di cemento non è degna di essere definita tale». Dopo il sequestro, nemmeno un anno fa, dei quattro delfini che si esibivano nella struttura e l'indagine avviata dalla procura di Rimini per “maltrattamento di animali”, domani l'attività riprenderà con tre leoni marini arrivati venerdì scorso dalla Spagna, dove torneranno al termine della stagione estiva. Per questo gli animalisti, circa un'ottantina venuti apposta a Rimini da diverse parti d'Italia, si sono dati appuntamento a 50 metri dall'ex delfinario (come disposto dalla prefettura) per protestare conto la riapertura, autorizzata dal Comune. L'inaugurazione era prevista ieri ma il servizio veterinario dell'Ausl ha ritenuto opportuno posticipare di due giorni l'inizio dell'attività affinché gli animali si possano adattare alla piscina dopo il lungo viaggio a bordo di un camion.

Intanto, le associazioni animaliste hanno già raccolto 15mila firme a livello nazionale per chiedere che gli spettacoli coi leoni marini vengano cancellati e che la struttura venga definitivamente chiusa. Durante la protesta è stato tirato in ballo il sindaco Andrea Gnassi, “colpevole”, secondo gli animalisti «di un “omertoso silenzio” e dell'aver concesso la riapertura a un posto che era stato finalmente chiuso, tramite cavilli che hanno permesso a un' azienda in attesa di giudizio di riaprire i battenti». L'associazione Basta delfinari ha ricordato che oltre alla privazione della libertà, questi animali «saranno sottoposti a dure sessioni di addestramento, costretti a esibirsi per mangiare e privati della dignità, esposti a rumori assordanti, stimoli e costrizioni che mai subirebbero nel loro habitat naturale». Inoltre: «Verranno rilasciate nelle vasche sostanze chimiche per pulire l'acqua (come il cloro) che provocheranno lesioni alla pelle e agli occhi degli animali, portando molti di loro alla cecità e costringendoli a sopravvivere con un dolore continuo e passare tempo fuori dall'acqua per non aggravare i problemi oculari. Quella dell'animale felice che si diverte è solo una favola. Non facciamoci prendere in giro, lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli, alle vittime di un'industria del divertimento che non guarda in faccia a nessuno». La manifestazione si è conclusa intorno alle 18.30.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui