Aeradria, chiesti sequestri per 15 milioni

Rimini

 

RIMINI. Quindici milioni di euro perché responsabili a vario titolo del deterioramento del patrimonio della società decotta.

E’ la richiesta di sequestri conservativi di beni personali immobili e mobili avanzata dal curatore fallimentare di Aeradria, Renato Santini, nei confronti degli ex amministratori della società di gestione dell’aeroporto riminese fallita il 26 novembre 2013 e sulla quale dovrà pronunciarsi il giudice del tribunale civile di Bologna, sezione delle imprese, all’esito dell’udienza di contraddittorio tra le parti fissata per il prossimo 17 luglio. Il ricorso, presentato dal professor Danilo Galletti, docente di diritto fallimentare all’università di Trento, è stato notificato ieri agli interessati che rischiano di essere chiamati a pagare per il crac di Aeradria: con le loro azioni (od omissioni), nell’interpretazione della curatela, avrebbero finito per aggravare i bilanci in rosso dello scalo riminese (è il primo passo dell’azione di responsabilità civile nei loro confronti). Avranno modo di far valere le loro ragioni conservando nel frattempo il loro patrimonio.

Santini, infatti, contrariamente a quanto ottenuto dagli omologhi Giancarlo Ferrucini (curatore Rdr) e Andrea Ferri (curatore Air), non ha preventivamente ottenuto i sequestri dal giudice con provvedimenti “inaudita altera parte” ovvero “senza che sia stata ascoltata l’altra parte”.

Evidentemente, per Aeradria, c’è bisogno di un maggior approfondimento.

Nel frattempo però, proprio per le azioni intraprese da Ferrucini, continua a scatenarsi il terremoto. I telefoni degli avvocati civilisti che assistono alcuni dei professionisti coinvolti nella vicenda (tra cui gli avvocati Massimiliano Angelini, Carlo Berti e Massimo Borghesi) si sono fatti bollenti, così come quelli di alcuni istituti di credito cittadini.

Nell’ambito dell’azione di responsabilità Rdr, infatti, altri conti correnti bancari sono stati bloccati ieri sia ad alcuni vecchi membri del cda Aeradria sia ad alcuni sindaci revisori. Segno che il giudice civile di Bologna, sezione imprese, ha accolto anche la parallela richiesta di sequestro conservativo di beni mobili e immobili (7 milioni di euro) riguardante i vertici della società di Miramare, oltre a quella di cui si è già detto ieri nei confronti degli ex amministratori Rdr (5,5 milioni di euro), ma sempre nello stesso ambito e cioè solo relativamente al “buco” della società satellite. Richieste circostanziate e provvedimenti derivano dalla necessità di garantire i creditori.

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