Rapisce la ex e la costringe a prostituirsi

Rimini

RIMINI. Rapisce la ex e la costringe a prostituirsi a Rimini tenendo in ostaggio il figlioletto della donna di appena tre anni. Denunciati a piede libero dal commissariato di Città di Castello, tre rom: il sequestratore e le due donne carceriere di mamma e piccino. Sequestro di persona, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione i reati contestati.

Indagine lampo quella condotta dagli investigatori umbri che si sono avvalsi dell’aiuto dei colleghi della squadra mobile di Rimini, volati in Romagna martedì scorso subito dopo la denuncia della nonna del piccolo che abita in un campo nomadi della cittadina perugina. Da lì, riferiva, figlia 25enne e nipote erano stati prelevati con la forza a cavallo dello scorso fine settimana dall’ex della giovane, un rom di 28 anni, già conosciuto dalle forze dell’ordine umbre con forti agganci nella comunità riminese.

Avendo già fatto un intervento simile lo scorso anno, gli investigatori umbri sono partiti per la Riviera e, chiesta la collaborazione dei colleghi di corso d’Augusto, si sono portati a colpo sicuro nel campo nomadi di via Portogallo dove hanno trovato la roulotte dove mamma e figlio erano state sequestrate, ma non le vittime.

Le ricerche erano in pieno corso quando nel tardo pomeriggio arrivava la notizia l’auto del presunto rapitore era rimasta coinvolta in un incidente stradale, senza gravi conseguenze, nel centro di Rimini.

All’arrivo delle volanti e del personale del commissariato di Città di Castello, l’uomo è fuggito “liberando” così mamma e figlio. Entrambi sono stati accompagnati al pronto soccorso per le visite di rito. E poi in questura dove ha raccontato di essere stata costretta a prostituirsi altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze il piccino. Ha raccontato che era stata segregata per qualche giorno all’interno di una roulotte, dalla quale poteva uscire solo per prostituirsi. Proprio le minacce e le percosse subite quando erano fidanzati l’avevano convinta a rompere la loro relazione. Gli investigatori sono riusciti così a individuare tre dei quattro presunti responsabili. Che sono stati denunciati per sequestro di persona, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e lesioni.

In tarda serata la donna e il figlio sono stati riportati a casa dove hanno potuto riabbracciare i parenti.

 

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