Amministratore minacciato, 5 indagati

Rimini

RIMINI. Era andato a parlare con i dipendenti e controllare come andava il lavoro di una delle sei attività di cui era stato nominato amministratore giudiziale, quando è stato “sequestrato” in una stanza e minacciato di pesanti ripercussioni ai suoi danni e della sua famiglia.

Doveva essere la giornata della verità per la famiglia di “imprenditori” di cui la procura della Repubblica di Rimini, grazie alle indagini della sezione mobile del nucleo di polizia giudiziaria della guardia di finanza e della Divisione anticrimine della Questura ha potuto eseguire il sequestro dell’intero patrimonio: l’hotel Margherita di Rimini, cinque società che gestiscono altrettanti alberghi tra Rimini e Riccione, un appartamento in via Montescudo a Monte Colombo, una gastronomia riccionese. Beni il cui valore è stato stimato in oltre 2,5 milioni di euro. Il tribunale del Riesame, infatti, doveva decidere se restituire ai proprietari le attività o confiscarle e se applicare la misura della sorveglianza speciale alle tre persone indagate. Per l’accusa, infatti, gli imputati avrebbero costruito il proprio impero che gli avvocati difensori (Paolo Righi e Nicoletta Gagliani) sostengono frutto solo di mutui contratti con le banche, con i proventi del traffico di droga e i presunti legami con il clan Abate di San Giorgio a Cremano (Napoli). Da qui l’applicazione, per la prima volta a Rimini del progetto “Emmepi” (misure di prevenzione), finalizzato all’aggressione delle ricchezze illecite accumulate dalla criminalità.

Invece il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha spiazzato tutti, estraendo dal cilindro magico la denuncia con cui il commercialista rimetteva il suo mandato di amministratore giudiziale «perchè impossibilitato a farlo a causa delle continue pressioni e alle minacce subite da lui e dal consulente del lavoro che lo stava accompagnando durante un sopralluogo». La coppia, ha scritto nella denuncia l’amministratore, è stata “sequestrata” in una stanza e liberata solo dall’intervento delle forze dell’ordine. Da quì l’apertura della nuova inchiesta che vede iscritti nel registro degli indagati «cinque volti noti» ma nuovi di questa intricata vicenda. Le accuse ipotizzate sono violenza e minaccia a pubblico ufficiale.

L’udienza è stata quindi aggiornata al 18 giugno. Per quella data la proprietà di uno dei sei alberghi presi in gestione potrebbe essere già tornata al legittimo proprietario.

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