Il Palas si collega con lo scalo di Bologna

Rimini

RIMINI. Quando si tratta di voli, il Palas “sogna” Bologna. I clienti atterrano là e serve un collegamento rapido e costante. Chi paga? Le categorie economiche. Si spera.

Il fatto. Convention Bureau ha commissionato uno studio per analizzare le prospettive dei congressi associativi: medici e scientifici, sportivi, politici, religiosi e culturali. Sono quelli a maggiore dimensione e durata, programmazione a più lungo termine, spesa pro capite più elevata. E soprattutto: la domanda è in crescita. Si tratta di una voce che per il Palas di Rimini vale oggi il 30-40 per cento del volume di affari, ma l’obiettivo è di raggiungere il 70 per cento.

Qualche numero “mondiale”. Negli ultimi 25 anni il fatturato è sempre cresciuto: da 18,8 a 56,4 bilioni di dollari. La durata: da 6,3 giorni degli Anni Sessanta a 3,8 del 2008-2012. I partecipanti da 1.253 a 424.

Sotto esame. Lo studio ha “misurato” la destinazione e il gradimento del Palas. I clienti hanno un giudizio ottimo di Rimini nel 39 per cento dei casi. Punteggi elevati (sommando ottimo e discreto) per qualità della sede, degli hotel, dei prezzi. Ancora meglio il Palas. Le criticità, è noto, sono quelle legate al sistema dei trasporti esterni (come si arriva a Rimini) e locali (come ci si muove in città): gli ottimo precipitano e gli scarso salgono.

“Alta velocità”. Focalizzato il problema, Convention Bureau pensa a come risolverlo. Spiega il presidente Roberto Berardi: «Stiamo lavorando sul collegamento tra hotel e Palas e tra aeroporto e Palas. Contiamo di riuscirci entro la fine dell’anno».

Nel primo caso si dialoga con Agenzia Mobilità per potenziare la linea numero undici, quella che solca le vie del mare. «Vorremmo che da piazza Marvelli fosse potenziata fino al Palas».

Quando si parla di aeroporto, Berardi non intende Miramare, ma Bologna. «Al di là del fallimento di Aeradria, Rimini ha una formula legata al turismo, i nostri clienti sono business e atterrano a Bologna».

Quindi? L’idea è di attivare un collegamento stabile di navette (tramite agenzie private) tali da garantire quattro, cinque o sei corse al giorno di andata e ritorno.

Chi paga? «Il congressista, quando acquista il ticket aereo, dai sette ai dieci euro. Il resto viene sostenuto dal territorio, dall’insieme delle categorie che alla fine beneficiano». L’indotto è stato stimato da Convention Bureau in 220 milioni all’anno.

Tutti numeri che al presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, fanno rivendicare quelle che chiama scelta giusta: la dimensione del Palas («oggi saremmo fuori mercato e non potremmo agganciare questo mercato in crescita»).

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