Rimini, aumento Irpef. I sindacati: non siamo un bancomat
Risorse da rastrellare
Per questo tuonano Cgil, Cisl e Uil, che rincarano: «Il sindaco di Rimini e la sua giunta hanno deciso di mettere mano al portafoglio dei lavoratori e dei pensionati riminesi per fare cassa, ufficialmente per consentire la riqualificazione di Rimini Nord, perché, dice l’assessore Brasini, non c’è certezza sul finanziamento del bando periferie». Ma, proseguono, «la maggiorazione dovrebbe portare a circa 9 milioni, per finanziare il bando periferie occorrono 18 milioni». Numeri che vengono contestati, insomma, e sui quali la sentenza è piuttosto lapidaria: «Ancora una volta chi governa sceglie la via più facile rastrellando risorse da lavoratori e pensionati, coloro che coprono il 74 per cento del gettito Irpef dei contribuenti a livello comunale e che come organizzazioni sindacali noi rappresentiamo».
La richiesta di confronto
Le tre sigle sindacali sono certe che «l’aumento dell’Irpef non è la strada da percorrere e se il confronto in sede di Bilancio preventivo fosse stato realmente praticato avremmo avuto modo di presentare le nostre proposte, anche sul finanziamento del bando periferie». Invece, adesso, «la necessità di intervenire con una correzione di Bilancio dimostra l’incapacità di programmare e prevenire le eventuali difficoltà finanziarie», continuano i sindacati, che aggiungono: «Non tolleriamo mancanza di equità e di buon governo da parte dell’amministrazione comunale né tanto meno che a farne le spese siano, come al solito, lavoratori e pensionati». Per scongiurare quello che sembra ormai inevitabile, Cgil, Cisl e Uil insistono sul confronto «a partire dalla prossima riunione della Commissione consiliare di bilancio». E intanto, concludono, «renderemo pubbliche entro breve le iniziative che stiamo decidendo di intraprendere per protestare contro l’impostazione profondamente sbagliata e intollerabile».