"Ucciso per caso" a Rimini, perizia psichiatrica per l’omicida. Processo a febbraio
Llanaj si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, dichiarandosi innocente. C’è da chiedersi però che cosa abbia invece rivelato al consulente che lo ha esaminato in carcere per determinare la necessità di valutare la sua stessa capacità di intendere e di volere al momento del fatto. Llanaj risulta essere stato un forte assuntore di cocaina, aveva già sparato con l’arma del delitto all’interno di una abitazione dove era da solo e senza ragioni apparenti. Infine, non conosceva la vittima, come hanno accertato le indagini del pm Paolo Gengarelli.
Makha Niang, senegalese, aveva 26 anni, lavorava nella cucina di un ristorante. Aveva passato l’ultima sera della sua breve con i due suoi coinquilini e poi alle 23,30 era andato via con la sua bicicletta con l’intenzione di incontrare un’amica. Un bravo ragazzo, senza macchia, gran lavoratore, il cui unico scopo era avere uno stipendio da potere mandare a casa. Quella notte fu freddato da due colpi di pistola esplosi dall’interno di un Suv nero con un uomo a bordo. Il fuoristrada fu visto dapprima «rallentare e poi, in prossimità dell’incrocio, fare capolino e arrestarsi» a pochi metri da lui. Un bersaglio del tutto casuale.