Rimini, il rapinatore delle parafarmacie "tradito" dall'influenza
- 06 gennaio 2019

La caccia
Anche se ormai è un “riminese” d’adozione, il 23enne non ha infatti un indirizzo fisso dove alloggia. Gli investigatori di corso d’Augusto, così, si sono messi a setacciare gli alberghi nella zona della stazione e tutte le strutture abbandonate che offrono facili rifugi per senza tetto, spacciatori, uomini in fuga più o meno perenne dalla giustizia. Nel frattempo sono andati dalla sue vittime, l’ultima in ordine di tempo la titolare di una parafarmacia assaltata la mattina della vigilia di Natale, con le foto segnaletiche che gli sono state scattate ad ogni arresto. E tutte le vittime, nonostante il malvivente entrato in azione avesse cercato di camuffarsi indossando un cappello, alzando bavero e sciarpa sulla bocca, non hanno avuto dubbi nell’indicarlo come l’autore dei colpi. Rapine messe a segno sventolando davanti ai loro occhi atterriti, un taglierino (cutter) o, come nel caso della parafarmacia di Marina centro il 24 dicembre, appoggiando la lama di un coltello al fianco della dottoressa, titolare dell’attività, minacciata mentre si trovava dietro al bancone. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Paola Bonetti.
Faccia a faccia col giudice
Il 23enne, che al momento dell’irruzione dei poliziotti non ha opposto alcuna resistenza, è stato posto in fermo di polizia giudiziaria quale indiziato di tre rapine, come detto. Domani comparirà davanti al giudice per l’udienza di convalida. Il fatto di non avere un indirizzo fisso, dell’aver commesso almeno tre colpi e i numerosi precedenti, sembrano essere ostativi alla possibilità che dopo la convalida, possa lasciare il carcere dei Casetti.