I giochi di Anna sono i nostri anticorpi

Devo dire la verità, questo anno non poteva cominciare in modo migliore. In fondo Anna e sua madre mi hanno dato una grande lezione perché mi hanno fatto capire che in un momento storico come questo in cui paura, odio e discriminazione, sembrano essere le parole dominanti, quasi come fossero una malattia incurabile, gli anticorpi ci sono e risiedono dentro i più piccoli.
Questi anticorpi, per aggredire la malattia però, hanno bisogno di tanti adulti che, proprio come la mamma di Anna, mostrano ai propri figli il mondo con occhi positivi, perché il bambino, finché è bambino, è puro, permeabile ed è lo specchio degli adulti che incontra e che ha accanto. E se chi è accanto non ti fa crescere nell’egoismo e con la paura del diverso, allora Anna non si chiede di che colore ha la pelle il bambino che giocherà con la sua cucina, non si chiede se quel bambino da grande sarà costretto a venire in Italia per sopravvivere.
Anna vede solamente un bambino che, come lei, ha il diritto di giocare e di essere felice. Insomma, Anna non vede in quel bambino un pericolo. E allora con adulti diversi, le regole potrebbero davvero cambiare e diventare come i giochi di Anna, che non sono tutti suoi ma che possono essere condivisi con chi questi giochi non li ha.
Proprio per questa ragione assieme a Sergio Antolini, imprenditore e proprietario di Augeo Art Space, abbiamo pensato di lanciare un progetto che, attraverso le favole e l’arte, possa dare un respiro positivo e genuino alla città di Rimini e far comprendere che il mondo non inizia e non finisce nel luogo in cui viviamo. Questo progetto artistico è un invito ai genitori che, come Geppetto nella favola di Pinocchio, vogliono infondere amore e coraggio nella coscienza dei propri figli. Benedetto Croce diceva: “Il legno con cui è stato inciso Pinocchio è l’umanità intera” e l’umanità intera dipende da come ciascuno di noi incide quel pezzo di legno nella sua quotidianità.
Troppo banale? Troppo sognatore? Eppure Don Oreste mi ha insegnato che il mondo può cambiare nella misura in cui ognuno di noi cambia e quindi sta davvero ad Anna, a sua mamma e ad ognuno di noi, la responsabilità di cambiare le regole del gioco, prima ancora che alle istituzioni e alle dinamiche internazionali. La responsabilità del cambiamento è in ognuno di noi. Mi piace pensare che nel suo piccolo, Anna e i suoi giochi stiano facendo una vera rivoluzione.
(*) Associazione Papa Giovanni XXIII