Inceneritore, il patto dei sindaci ribelli

Rimini

CORIANO. Pd, Movimento 5 Stelle, Lista civica “Progetto Comune” e comitati dei residenti in lotta con Hera, insieme per cambiare il piano rifiuti già varato dalla giunta Errani.

Il fronte comune si è presentato ieri a Bologna alla libreria Coop Zanichelli: c’erano il sindaco Domenica Spinelli, il primo cittadino di Forlì,Roberto Balzani (Pd), e il collega di Parma Federico Pizzarotti (M5S), oltre agli assessori all’ambiente dei tre Comuni, Michele Morri, Alberto Bellini e Gabriele Folli.

Un piano «miope» secondo Pizzarotti. La Spinelli ha anche protocollato una lettera rivolta al premier Matteo Renzi sugli inceneritori dell’Emilia-Romagna.

«Una persona come il nostro premier, che è un nostro collega, ha tutta la possibilità di rispondere - ha spiegato Spinelli -. Il mio impegno nasce da un patto di responsabilità con i miei cittadini, contro il decreto Orlando, in difesa del principio di equità, e cioè ciascun territorio deve smaltire i propri rifiuti. La politica era figlia della filosofia, oggi lo è solo dell’economia. Ritengo che essere amministratore significhi sognare un futuro nel quale prevalga l’interesse comune, per questo chiediamo scelte coraggiose attraverso le quali si possano dare risposte concrete, senza tanti giri di parole».

I sindaci ribelli immaginano tre scenari per il 2020, lo stesso traguardo temporale del piano Errani: uno con sette inceneritori attivi a quella data, uno con quattro e uno con tre. «I costi - sostiene l’assessore forlivese Bellini - sono simili, anzi, anche dal punto di vista economico, è preferibile uno scenario con meno inceneritori».

La prospettiva, in tempi più lunghi, è la loro scomparsa definitiva. Alla base delle correzioni proposte dai primi cittadini c’è il timore che il Piano nazionale dei rifiuti faccia piovere tanti rifiuti extra regione sugli impianti emiliano-romagnoli. Balzani, che non ha abbandonato l’idea di bypassare Hera realizzando una società per la raccolta dei rifiuti dice «Ci proveremo, il patto tra sindaci di diverso colore politico è insolito, penso sia il segno di una nuova forma di fare politica, non in senso ideologico. Così anche questo paese può fare un passo avanti».

Pizzarotti dice che nella provincia di Parma «sono state lanciate più di un’iniziativa da alcuni sindaci di liste civiche a cui mi sono aggregato molto volentieri, ma anche da rappresentanti sia del Pd che di Fi. Ci sono amministratori che vorrebbero partecipare che però sono un po’ frenati dai partiti centrali».

A Coriano il consiglio comunale lunedì sera ha dato il via libera al decalogo anti-inceneritore redatto da 8 tra comitati e associazioni ambientaliste della provincia. Sulla scia della petizione popolare (finora sono oltre 2.500 le firme raccolte contro l’arrivo di rifiuti dal resto d’Italia da smaltire a Raibano) le richieste sono: l’installazione di centraline per i rilevamenti nel suolo delle diossine, la creazione di un apposito registro tumori della provincia, la demolizione a fine ammortamento della terza linea dell’inceneritore, controlli e monitoraggi sull’ingresso di rifiuti speciali e la revisione del rapporto amministrazione locale Hera per separare le funzioni di chi raccoglie da chi smaltisce i rifiuti; il potenziamento della raccolta differenziata e l’introduzione della tariffa puntuale più differenzi meno paghi.

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