Rimini, scoperto un altro ospizio lager, anziani maltrattati e senza cibo - IL VIDEO

Rimini

RIMINI. Il sole era ancor ben lontano dal sorgere quando stamane una quarantina di carabinieri dei Nas di Bologna e della Compagnia carabinieri di Riccione, unitamente al pubblico ministero Paolo Gengarelli titolare dell'inchiesta, si sono presentati alla casa di riposo "La collina" con un provvedimento di sequestro della struttura e due ordinanze di custodia cautelare, una in carcere, che hanno raggiunto Maria Luisa Bulli, 57 anni, rappresentante legale della struttura e un suo stretto collaboratore.

Alla Bulli (nella foto), già coinvolta in un'inchiesta identica del 2001, è contestato il reato di abbandono di persone incapaci, ovvero i 36 ospiti della struttura "trovati in condizioni igienico sanitarie disastrose e senza cibo", commentano i militari che hanno operato. Tra le prime cose è stato quindi disposto al personale dell'Ausl presente di organizzare una colazione con cibi buoni: in cucina, sono state infatti trovate diverse derrate alimentari scadute. Per due dei pazienti, per via delle loro condizioni, si è reso necessario il trasferimento in ospedale.

Come detto Maria Luisa Bulli era già stata arrestata nel 2001 per reati analoghi nella stessa casa di riposo cui è stato cambiato solamente il nome. A momento dell'intervento erano presenti solo due operatori socio sanitari. I carabinieri sono al lavoro per accertare il numero preciso dei dipendenti con incarichi sanitari. "La Collina", infatti, avrebbe un notevole turnover di personale. Colpa, stando agli accertamenti svolti finora, della poca regolarità nei pagamenti degli stipendi. 

Le contestazioni

Agli indagati sono contestati i reati di maltrattamenti fisici e psichici, abbandono di persone inferme, lesioni e percosse, falsità ideologica in certificati e cartelle cliniche, esercizio abusivo della professione sanitaria di infermiere, in danno di anziani ospiti di una casa di riposo; inoltre non avrebbero somministrato le terapie farmacologiche previste dai piani terapeutici dei pazienti mentre in altri casi sarebbe stata fornita una massiccia somministrazione di medicinali a base di benzodiazepine o molecole similari al di fuori delle terapie prescritte, oltre che atti di violenza fisica e psicologica consistiti in percosse, minacce e ingiurie. 

La genesi dell'inchiesta

A seguito di una segnalazione pervenuta dell'Ausl Romagna, che evidenziava criticità riscontrate presso una casa di riposo della provincia di Rimini, i militari hanno avviato lo scorso giugno specifiche indagini che hanno consentito di far emergere fatti riconducibili a condotte illecite. L’attività d’indagine, coordinata dal procuratore Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, ha visto impegnati una settantina di militari per l'esecuzione di 6 misure cautelari personali, oltre al sequestro dell’intera struttura del valore complessivo di circa 2 milioni di euro e dei conti correnti bancari afferenti alla titolare della casa di riposo e alla società di gestione.

Struttura affidata temporaneamente all'Ausl

La struttura socio assistenziale per anziani, al termine delle operazioni di sequestro, è stata affidata in amministrazione controllata all'Ausl Romagna che ne curerà la gestione per conto della Procura della Repubblica di Rimini, in attesa di ricollocare tutti gli anziani ospiti in altre strutture idonee. 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui