«Dritan, ti prego: racconta tutta la verità»

Rimini

RIMINI. «Racconta tutta la verità, di vittime ne hai già fatte abbastanza». Monica Sanchi, la ragazza che frequentava Dritan Demiraj (il pasticcere albanese che l’1 marzo scorso ha ucciso a coltellate uccidere la ex convivente Lidia Nusdorfi), risponde all’omicida. L’uomo, dal carcere, le aveva chiesto perdono per “averla messo in mezzo” senza che lei abbia commesso nulla. La donna coinvolta suo malgrado nella tragica vicenda (è assistita dall’avvocato Nicola De Curtis) ha preso carta e penna per esortare l’uomo a svelare gli aspetti ancora oscuri dell’inchiesta. Gli investigatori, ad esempio, continuano a chiederle di Silvio Mannina, l’ex compagno di Lidia sparito nel nulla. «Ci sono troppi sospetti sulla mia persona - scrive - troppe domande alle quali io non so dare risposta, solo tu puoi darle». Monica non rinnega, nonostante tutto, l’affetto che ha provato per Dritan nel breve periodo, poco più di un un mese e mezzo, nel quale l’ha frequentato. «Mi sono fidata ciecamente di te, anche quel maledetto sabato che mi hai portato a rovinarmi la vita per un tuo gesto scellerato (la donna ha inconsapevolmente accompagnato il killer nel viaggio a Mozzate, località lombarda nella quale si è consumato il delitto ndr)». Dritan sogna ancora un (lontano) futuro accanto a lei: «Se un giorno uscirò dal carcere - le aveva scritto l'albanese - sarò a casa tua a suonare il campanello e spero che tu mi aprirai». Comprensibilmente, però, lei chiude la porta. «Ormai è tardi, e come tu sai nella vita non si può tornare indietro, ma se è vero che non sei un vigliacco, che sei forte e che mi vuoi bene, ti chiedo di dire tutta la verità su questa vicenda. Solo in questo modo potrai forse restituirmi quella serenità che ormai non ho più». Dopo il passaggio sui sospetti che la riguardano, la donna conclude. «In ogni caso, in nome di momenti trascorsi insieme, ti auguro tutto il bene anche se non capirò mai come hai potuto fare un gesto simile nei confronti della mamma di tuo figlio. hai reso orfani quei bambini ai quali ho voluto e voglio ancora un gran bene». Infine, l’appello. «Ti prego, racconta tutta la verità, di vittime ne hai già fatte abbastanza».

 

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