Rimini, tappi dosatori scambiati per droga, prosciolto dal Gup dopo 4 anni
Lavoro certosino
Fondamentale per questo risultato, il lavoro del suo difensore, l’avvocato Maria Elena Nanni. Il legale, infatti, ha voluto verificare, effettivamente, la dichiarazione di assoluta estraneità all’inchiesta professata dal suo cliente. Il ragazzo, alla sua prima esperienza come barman, fin dal loro primo colloquio, si era infatti detto vittima di un clamoroso errore giudiziario. Che l’unica cosa contrattata con uno degli altri quattro co-imputati, un professionista dei cocktail, non era stato l’acquisto di pasticche per lo sballo ma uno dei componenti base del kit per barman, il dosatore “metal pour” appunto.
La svolta
Accertato che l’accusa di spaccio per il suo assistito era stata formulata sulla base di una sola intercettazione ambientale (il locale era stato riempito anche di piccole telecamere per riprendere acquisti e cessioni), l’avvocato ha chiesto e ottenuto di poter ascoltare la registrazione originale. Che ha confermato in pieno quello che il suo assistito le aveva più volte ripetuto: con il collega aveva parlato solo di dosatori. Trascritta nuovamente l’intercettazione, l’avvocato Nanni ha anche dato spiegazioni alle cifre trattate dai due barman. E lo ha fatto allegando un listino prezzi del metal pour scambiato per metanfetamina. Tutte le nuove prove sono state così portate all’attenzione del giudice Cantarini che ieri mattina, dopo aver a sua volta ascoltato la registrazione, non ha potuto far altro che prosciogliere dall’accusa il 26enne. Provvedimento, ovviamente, esteso anche al barman con cui aveva trattato l’acquisto.
Il giudice ha invece disposto il rinvio a giudizio, per spaccio, di altri due indagati mentre per un terzo ha accolto la richiesta di messa alla prova.