Facebook, casalinga disperata vittima di estorsione
RICCIONE. Costa cara la voglia di evasione dalla routine domestica di una casalinga insoddisfatta. Il pigmalione conosciuto in Rete dopo un primo tenero incontro, si rivela tutt’altro che un principe azzurro e le estorce ben 2mila euro per non rivelare la loro storia al “di lei” consorte.
Un professionista del ricatto S.P, 38 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine romagnole, che da lunedì sera si trova in una cella del carcere dei Casetti. A metterlo dietro le sbarre i carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Riccione dove, due giorni prima, ormai esausta di minacce e ricatti, la donna si era rivolta, raccontando una storia che si stava trascinando dalla fine del 2013.
Era esattamente novembre quando la riccionese intraprendeva una amicizia su Facebook con il riminese. Nonostante l’esistenza di un marito, dopo una amichevole conoscenza fatta di soli contatti via network, i due passavano ad incontri di persona. Già al secondo appuntamento - ha messo a verbale la casalinga - l’arrestato ha iniziato a chiederle del denaro per evitare che alcuni albanesi, ai quali aveva chiesto 10-15 mila euro, gli potessero spezzare le gambe oppure tentare di sequestrarlo. Una storia “convincente” che, unita alla “simpatia” provata dalla donna nei suoi confronti, gli ha permesso di mettersi in tasca 2mila euro.
Fatale, all’estorsore, è stata l’ultima richiesta di 500 euro fatta con un serie innumerevoli di sms inviati dalla notte sino a tarda mattinata, in cui le veniva chiesta la somma di 500 euro altrimenti non l’avrebbe più visto vivo.
In questi messaggi l’estorsore scriveva che ai suoi aguzzini non sarebbe bastato ammazzarlo. Dopo lui analoga strada gli albanesi l’avrebbero fatta seguire a lei e al marito. Una minaccia che le ha fatto prendere il coraggio a due mani e presentarsi all’Arma riccionese. I Carabinieri, previo autorizzazione del magistrato di turno, hanno organizzato per venerdì, a Rimini, l’incontro per la consegna dell’ennesima trance da 500 euro.
Segnate le banconote, la donna si è presentata all’ultimo faccia a faccia con il suo aguzzino che i militari in borghese hanno ammanettato non appena incassati i soldi.
Ieri in carcere si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto per tentata estorsione.