Rimini, mamma evade il Fisco per necessità e chiede di rateizzare il suo debito

Rimini

RIMINI. Ci sono rate delle rette scolastiche, Tasi, Tari, imposta di soggiorno e affitti non pagati negli oltre 6 milioni di euro che il Comune di Rimini ha recuperato nei primi dieci mesi del 2018 dai cittadini che non saldavano. E tra questi ci sono casi opposti tra loro, come quello di una madre sola con due figli che ha voluto impostare una rateizzazione per sistemare il debito delle rette scolastiche, o quello di un padre che, invece, non ha mai risposto agli avvisi del Comune (per 1.600 euro di insoluto) finché non gli è stato sequestrato lo scooter. Del recuperato, la parte più corposa è quella dei tributi locali con 244.083,22 euro nel 2018 da segnalazioni qualificate come compartecipazione al gettito. A queste cifre si sommano quelle recuperate da Imu, Tasi, imposta di soggiorno, pubbliche affissioni e Tari inevase.

Milioni dalla Tari

Nello specifico, per quanto riguarda la Tari, il tributo sui rifiuti, è proseguita l’azione di recupero impostata da inizio estate 2017, grazie alla quale è stato possibile recuperare, anche nel 2018, 2 milioni dagli evasori totali, a cui si aggiungono 3,9 milioni di “recupero crediti”, cioè di bollette emesse e non pagate. Azioni positive, avvenute in poco più di 15 mesi, che soprattutto rilevano una forte accelerazione sui tempi di recupero, tanto che, ad oggi, sono già stati emessi oltre 5.000 cedolini relativi agli anni 2016 e 2017.

Passando alle rette scolastiche e il servizio mensa, il Comune di Rimini si muove in due direzioni: il recupero dell’insoluto degli anni precedenti e il miglioramento nella performance di riscossione diretta durante l’anno. Nel primo caso è stata superata quota 500mila euro nel recupero sulle rette insolute nei servizi educativi del 2017 (su 2016), anche grazie alle 2.500 telefonate fatte dagli uffici dei Servizi educativi alle singole famiglie interessate. Si tratta del 90% dell’insoluto. Il recupero è stato possibile anche grazie ad 82 rateizzazioni attivate e 329 ingiunzioni, alcune tramite pignoramento. Sono 200, invece, le procedure attivate per il recupero degli insoluti nell’edilizia residenziale pubblica e a canone calmierato, per circa 1,29 milioni. Il recupero dell’insoluto è «un risultato importante e un’azione amministrativa strategica - è il commento dell’amministrazione - ed è il frutto di un’attività quotidiana degli uffici di diversi settori, oltre a tutti i vari enti con cui collaboriamo, a partire da guardia di finanza e Agenzia delle entrate». Recuperare queste risorse «è uno strumento fondamentale nelle politiche di bilancio del Comune». L’obiettivo nei prossimi mesi è «intensificare e potenziare ancora questa azione di contrasto che, per divenire ancora più efficace, necessiterebbe di un intervento legislativo nazionale teso ad incrementare gli strumenti a disposizione degli enti locali». Perché «è grazie al recupero dell’evaso che si possono realizzare opere pubbliche, scuole, contenitori culturali, fogne, strade, che sono indispensabili all’intera collettività. Chi evade ruba il futuro di tutti», conclude il Comune.

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