A Rimini dipendenti comunali regalano le ferie ai genitori di bimbi malati

Rimini

RIMINI. Si chiamano “Ferie solidali” e in pratica sono giornate donate ai colleghi in difficoltà, perché hanno i figli ammalati da seguire nelle cure. È una opportunità offerta dal nuovo contratto, recepita nei giorni scorsi dal capo del personale in Comune, Alessandro Bellini. Lo precisiamo, anche se è scontato, non si sta parlando di semplice raffreddore, ma di cure costanti.

Comune funziona

Allora. I dipendenti che abbiano la necessità di assistere un figlio minore per cure costanti, possono presentare la richiesta di «utilizzo di ferie e giornate di riposo per le festività soppresse, messe a disposizione da altri dipendenti. Esiste un tetto massimo di utilizzo di trenta giorni per «ciascuna istanza» e per potere utilizzare queste giorni, prima bisogna avere utilizzato le proprie ferie. Ovviamente tutto deve essere certificato dalla struttura sanitaria in cui si svolgono le terapie.

Tecnicamente, succede questo. Su base volontaria i dipendenti del Comune potranno cedere ai «colleghi i giorni di ferie eccedenti le quattro settimane di cui il lavoratore deve necessariamente fruire o le ex festività soppresse». L’ufficio comunale competente, a quel punto, provvede a caricare le ferie cedute all’interno di un fondo, per poi ripartirle fra gli aventi diritto, in caso di più richieste. Si tratta di un progetto appena partito e che nel giro di pochi giorni ha indotto alcune persone a ufficializzare la propria adesione.

Non sono infine escluse altre possibilità. L’Enaip Piemonte ad esempio ha scelto di spingersi ancora più in là, estendendo la possibilità di utilizzare le ferie solidali anche per se stessi o per assistere un familiare. L’idea è quella di accrescere il benessere delle famiglie, grazie alla solidarietà fra colleghi.

"Che bellezza"

«È un progetto che sosteniamo e che ci fa piacere sia stato varato – commenta la vice sindaca Gloria Lisi –. In questo modo i dipendenti comunali dimostrano di essere vicini ai colleghi che stanno vivendo un momento di difficoltà, dovendo accudire i figli durante un impegnativo percorso sanitario. Sono gesti che dimostrano quanto una comunità sia coesa. Abbiamo già ricevuto disponibilità da parte di alcune persone».

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