«Vuoi andare a letto con una bambina?» Ecco come il fidanzato vendeva la 16enne

Rimini

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«Vuoi sc.... con una bambina?». Il trentaquattrenne finito in carcere con l’accusa di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione vendeva la ragazzina, che aveva problemi di tossicodipendenza e un debole per lui, come fosse una moto usata. A un potenziale cliente - nel corso di una conversazione intercettata dai carabinieri di Bellaria (coordinati dal pm Davide Ercolani) mostra infatti le foto di lei nuda («C’ho il book fotografico») e ne descrive nel dettaglio le prestazioni aggiungendo anche di essere disposto a cedergliela per un prezzo di favore da corrispondere direttamente a lui: due dosi di cocaina («Una per me e una per lei»). Di fronte al chiaro tenore delle conversazioni captate dagli investigatori né il trentaquattrenne A.T., né il presunto complice M.G. (46 anni) hanno potuto negare di avere sfruttato la condizione di tossicodipendente, comune anche a loro, per dividersi i proventi dell’attività di prostituzione. Ieri mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini Vinicio Cantarini, che li ha interrogati per rogatoria (la competenza in materia è della Dda di Bologna), hanno però negato di essere stati loro ad avere avviato l’adolescente alla droga e al meretricio. Avrebbero «approfittato della situazione» anche perché scarsamente lucidi per l’ossessiva ricerca di cocaina dalla quale entrambi erano diventati dipendenti. In particolare M.G. sostiene di avere sviluppato un sincero affetto per la ragazzina che avrebbe voluto aiutare a uscire da certi giri. Procurarle una clientela “selezionata” sarebbe stato ai loro occhi, insomma, quasi un modo di evitare che finisse nelle mani di gente senza scrupoli. In realtà, stando alle indagini, di scrupoli se ne facevano pochi anche loro e il tentativo di alleggerire la loro “posizione” indicando possibili responsabilità nell’ambiente della giovanissima riguardo sia all’iniziazione sia alla droga e al sesso a pagamento per adesso non trova alcun riscontro. La ragazzina veniva usata come merce di scambio con i fornitori di droga: A.T. chiede loro cocaina a credito: poi tanto l’avrebbe pagata «fisicamente» la sedicenne. «C’ho due vecchi che mi danno 1.500 euro alla botta» racconta il trentaquattrenne al telefono. Una specie di gallina dalle uova d’ora: programmavano di registrare dei video e non è escluso che sia stata filmata a sua insaputa. È capitato a una donna adulta che lo stesso A.T., secondo l’accusa, avrebbe cercato di indurre alla prostituzione per un vecchio debito un debito. Una volta, per convincerla a “battere”, reso aggressivo dalla mancanza di cocaina, avrebbe spogliato e legato la donna a una sedia e l’avrebbe minacciata di iniettarle in vena dell’acido, riempiendo una siringa davanti a lei. Dovrà rispondere anche di estorsione. L’interrogatorio di ieri ha riguardato anche i tre fermati per droga, il principale dei quali difeso dall’avvocato Tiziana Casali, nell’ambito della stessa indagine: il giudice si è riservato di decidere.

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