Baby-lucciola picchiata e vessata, anche i clienti rischiano l’incriminazione

Rimini

RIMINI

Uno dei coinvolti nell’inchiesta avviata dai carabinieri di Bellaria su prostituzione minorile e droga, che ha portato in manette a vario titolo cinque persone, è stato tra i primi a scandalizzarsi quando ha letto le accuse riferite agli altri. «Ma come è possibile fare delle cose del genere? Se sono vere fanno schifo». Anche gli spacciatori hanno, evidentemente, un codice. L’uomo, un albanese difeso dall’avvocato Tiziana Casali, è sospettato di aver fornito cocaina ai due bellariesi (A.T. e M.G.) accusati di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di una sedicenne. Nel filone droga sono coinvolti altri due uomini, uno dei quali italiano (L.V.M. le sue iniziali) e l’altro albanese (L.T.).

Secondo gli investigatori A.T, 34 anni, difeso dall’avvocato Andrea Guidi, avrebbe fatto prostituire la “fidanzata” sedicenne per procurarsi soldi e droga da spartire con l’amico (M.G. 46 anni). “Venduta” ad amici, conoscenti, ma a volte anche sconosciuti, per strada e a domicilio a prezzi che variavano, a seconda delle circostanze, da venti a millecinquecento euro. I clienti non sono stati identificati nella prima fase per non compromettere l’inchiesta, ma non è detto che adesso che le carte sono scoperte, possano tornare in ballo: rischiano l’incriminazione, sebbene la minore dicesse a tutti di avere diciotto anni. La ragazzina ha passato momenti davvero brutti. Quando il “fidanzato” aveva bisogno di cocaina non esitava ad accompagnarla sul marciapiede per poi rimproverarla, stando al tenore di alcune intercettazioni, perché s’intratteneva troppo tempo con qualcuno e chiedeva troppo poco rispetto alle prestazioni. Il 34enne non era neanche capace di “proteggerla” come si sarebbe proposto di fare: alla sedicenne è capitato anche di essere aggredita e picchiata da alcuni clienti. Il 34enne, in parallelo con la storia “sentimentale” con l’adolescente, intratteneva una relazione con una donna più matura di lui sfociata poi in una persecuzione (A.T. è stato di recente condannato per stalking). Lui e l’amico G.M. non hanno dimostrati di avere neppure un grande intuito: nel corso dell’inchiesta hanno portato l’auto a riparare scoprendo che qualcuno l’aveva manomessa probabilmente per inserire delle microspie all’interno. Sarebbero andati a denunciare la “cosa” in caserma senza sospettare che erano proprio i carabinieri a intercettarli. Oggi in carcere sia gli arrestati per la prostituzione minorile, sia i fermati per droga saranno ascoltati dal Gip Cantarini.

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